Cronache campanarie. Bagolino rilancia la tradizione bresciana

Intensa giornata a campanaria a Bagolino, in Valle Sabbia, provincia di Brescia, a qualche chilometro dal Passo Maniva, uno degli estremi angoli di Lombardia che ha conservato antiche tradizioni quali il Carnevale e che ora sta riscoprendo il pregio del suono delle proprie campane. Un suono preservato dalla spoliazione bellica, da quando nel 1931 vennero commissionate al cremasco Dante D’Adda un prezioso concerto di nove campane in Si bemolle. Grazie al recupero del suono a corda e alla fattiva collaborazione con l’associazione locale Habitar in Sta Terra e con la Federazione Bresciana Campanari, è stato possibile pensare a un Convegno dei Campanari che riunisse pensieri e prospettive per il futuro del suono dei bronzi.

 

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Inizio del convegno. da destra a sinistra: Don Paolo Morbio, Luca Ferremi, Mons. Pellegrini e Luca Fiocchi

 

La giornata di sabato 11 luglio 2015 si è aperta con un concerto di campane dalla struttura mobile dotata di otto campane Grassmayr e di proprietà della Ditta Festoni Campane di Coccaglio, su cui si sono proposti i campanari bergamaschi e bresciani con suoni a corda e a tastiera. Al breve concerto mattutino hanno fatto seguito il lavori in teatro parrocchiale, aperti dal Parroco Don Paolo Morbio, il quale ha sottolineato di riscoprire il suono delle campane e il suo valore per la comunità locale. Luca Ferremi, per Habitar in Sta Terra, ha riassunto le tappe fondamentali che hanno condotto l’associazione promotrice dell’evento a conoscere le onlus campanarie di Brescia e Bergamo, prospettando con esse il ritorno all’arte del suono manuale nel rispetto della tradizione.

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Suonate per campanine durante la mattinata in teatro

 

A tale proposito le parole di Luca Ferremi sono state seguite da Monsignor Federico Pellegrini, direttore dei Beni Culturali ed Ecclesiastici della Curia di Brescia, che ha fatto una panoramica sulla situazione dei lavori che devono affrontare le parrocchie nel restauro delle campane, i relativi costi e le mancanze cui è necessario porre rimedio, vale a dire poter confrontare i preventivi, verificare la reale qualità degli interventi svolti ed avvalersi di esperti che operino al servizio delle parrocchie. “Sotto questo profilo”, ha dichiarato Monsignor Pellegrini, “la Curia di Bergamo è un passo avanti rispetto a quella di Brescia, che deve attrezzarsi di consulenti”.

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Da sinistra a destra: Luca Ferremi, Monsignor Pellegrini, il Parroco Don Paolo Morbio e Luca Fiocchi

Luca Fiocchi, presidente della Federazione Campanari Bergamaschi, ha proseguito sulla scia del ragionamento di Monsignor Pellegrini, riassumendo il senso dell’opera svolta dalla Commissione Tecnica per le Campane della Curia di Bergamo e le difficoltà iniziali incontrate nel 2001 con forte resistenze sollevate dalle ditte del settore – che guardavano con sospetto la presenza di chi poteva salire sui campanili per guardare da vicino i lavori svolti (comparando l’entità del lavoro con la spesa presentata alla parrocchia di turno) – e dalle parrocchie, le quali col tempo hanno compreso che una comparazione estesa dei preventivi di spesa proposti dalla ditte potevano senz’altro risparmiare rispetto a un preventivo unico.

 

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Suono a distesa per il mezzogiorno

La mattinata, inframezzata dal suono delle campanine bergamasche, è proseguita con la relazione di Luigi Festoni, autore di un’importante indagine sulle campane di Bagolino, comune che può vantare ben 33 bronzi collocati sulla parrocchiale e le sue chiese sussidiarie, in gran parte anteguerra e antiche, scampate – a differenza di quanto accaduto a Bergamo, alla requisizione degli anni 1942-44. Festoni si è addentrato dettagliatamente nelle tecniche di fusione della campana e nel suo valore storico, sottolineando come la produzione del bronzo musicale resti a tutt’oggi un’arte complessa che conserva procedure e ritualità arcaiche mai dissolte nel corso dei secoli. La mattinata si è chiusa con il concerto di campane del mezzogiorno direttamente dalla torre parrocchiale, seguita dal pranzo conviviale utile a scambiare informazioni e opinioni tra campanari bergamaschi, bresciani, i campanari di Gargnano, studiosi locali e promotori di eventi della tradizione sul territorio.

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Campanine piazza nel tardo pomeriggio all’ombra della chiesa parrocchiale di San Giorgio a Bagolino

 

Nel pomeriggio Luca Fiocchi ha parlato diffusamente della trasmissione delle conoscenze ai più giovani e del consolidamento della cultura campanaria attraverso le iniziative di gruppo (scuole di campane e campanine) e la tecnologia informatica, la quale non serve solo per movimentare automaticamente le campane – sovente con abusi e maluso delle risorse – ma anche, e sopratutto nel caso dell’associazionismo, per mettere in rete conoscenze: testimonianza di ciò sono le migliaia di video che ogni campanaro può lanciare su YouTube facendosi documentatore di una tradizione altrimenti destinata a dormire nelle celle campanarie. A questo si sommano i video tutorial per l’apprendimento del suono a tastiera e i documentari illustrativi delle tradizione di suono locale: un nuovo fiume di conoscenze (talvolta artigianale ma efficace) che consente di compiere scoperte di grande interesse culturale e che motiva gli stessi giovani impegnati in questo pionieristico percorso di ricerca.

 

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Suoni bresciani e bergamaschi sulle campane Grassmayr

 

Marisa Viviani, giornalista corrispondente di Vallesabbia News e attiva partecipe del progetto di riscoperta delle campane di Bagolino, ha successivamente presentato le realtà associative campanarie in bresciana, ricordando, oltre alla Federazione Bresciana Campanari – avente sede a Pompiano -, e i campanari di Palazzolo sull’Oglio – che grazie alla Federazione Campanari Bergamaschi hanno riacquisito nel 2002 le corde fisse alle ruote per il suono manuale delle campane e il suono manuale a tastiera -, il Gruppo Campanari di Gargnano. Quest’ultimo si distingue dagli altri gruppi campanari lombardi per il fatto di suonare di complessi lignei con un sistema misto ambrosiano-veronese cui si abbina l’uso delle cordette o cordine per il suono a festa: un vero modello di suono che ha cristallizzato una situazione di transizione geografica e storica (lombardo-veneta e suono a ruota-suono a corda). In questo modo la diocesi di Brescia annovera quattro sistemi di suono diversi: sistema ambrosiano, sistema a slancio sulle campane e campanili più antichi (come testimoniato da diverse situazioni in Valsabbia), sistema veronese (come nel caso di San Felice del Bènaco) e sistema a cerchio (Gargnano e centri limitrofi). Tale patrimonio, degno di tutela e piena rivalutazione, vede a Bagolino uno dei suoi tasselli più importanti. La conclusione della giornata ha visto protagoniste le campane Grassmayr, le campanine in piazza e le campane della Parrocchiale, con suono a concerto presenziato da molti spettatori sistemati sulle scale del campanile (uno dei più ampi e ben tenuti dell’intera regione). Suono bresciano e bergamasco si sono intervallati sancendo una collaborazione volta a sviluppare progetti comuni.

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Foto di gruppo con campanari bergamaschi e bresciani

Progetti per il futuro: la reinstallazione della tastiera per il suono manuale delle campane; un corso di campanine presso le scuole elementari; laboratori musicali campanari per stimolare adulti, giovani e giovanissimi a recuperare il proprio patrimonio. Il tutto senza dimenticare la vicina Càffaro, le cui corde e tastiera lasciate nel campanile attendono un ripristino.

Clicca qui sotto per accedere ai seguenti video:

Saluti iniziali nella conferenza

Intervento di Monsignor Pellegrini

Suono alla romana sulle campane Grassmayr

Suono a concerto dal campanile della Parrocchiale

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