Suoni d’archivio: le campane Pruneri di Ardesio (Valle Seriana)
Per il mese di luglio offriamo l’ascolto del prodotto di una delle fonderie più prestigiose d’Italia, la Pruneri di Grosio (Valtellina). Dal concerto di otto campane in Si2, fuse nel nel 1896 e montate sulla torre della chiesa parrocchiale di Ardesio (Valle Seriana), proponiamo l’ascolto di tre suonate di Nembro e Albino eseguite da Demetrio Paris e registrate da Nicola Persico. Le esecuzioni risalgono all’ultima festa dell’Apparizione tenutasi a Ardesio martedì 22 giugno 2010. In sottofondo si ascoltano i botti dei fuochi d’artificio sparati durante la serata. Per l’occasione, come avviene da qualche anno con la reinstallazione della tastiera sul campanile della Parrocchiale, i campanari della Federazione si sono alternati nel suono d’allegrezza tra il campanile della stessa Parrocchiale e il campanile del Santuario delle Grazie. La fonderia Pruneri fu aperta nel 1822 da Giorgio Pruneri (1800-1881), allievo del fonditore bresciano Alberto Soletti. La fonderia Pruneri fu protagonista della prima grande espansione dei concerti campanari, avvenuta tra la seconda metà del XIX secolo e il primo ventennio del Novecento. Numerose sono le testimonianze che restano sui nostri campanili di fusioni risalenti al tardo ottocento e al primo Novecento. Raramente troviamo però concerti integri, a causa della requisizione forzata delle campane maggiori operata dal governo Mussolini. A quella che può essere definita come una delle peggiori sciagure portate dal Fascismo all’arte italiana, si sottraggono alcuni insigni esempi di concerti rimasti integri, spesso per lungimiranza dei parroci, molte per volte per dichiarata ostilità popolare ai decreti governativi. La storia ci ha consegnato un complesso di rara bellezza, di timbrica ricca di armonici e pastosa, dove non si avvertono salti tra campane maggiori e campane piccole.
La chiusura della fonderia Pruneri ha costituito senza dubbio una delle maggiori perdite per l’arte contemporanea italiana. La scuola bresciana che rimanda alla fonderia Maggi del XVII secolo, con autentici maestri nella decorazione dei bronzi, riecheggia in una produzione che si è spenta nel 1954, proprio quando dopo la Seconda Guerra Mondiale crescevano fonderie impegnate nell’integrare, da un lato, i concerti mutilati delle campane maggiori per decreto governativo, dall’altro, nel fondere nuovi concerti rifondendo il bronzo delle antiche campane risalenti all’Ottocento.
Vi auguriamo buon ascolto delle campane del 1896 proponendo tre tracce:
La prima è un Valzer che proviene dal repertorio di Albino:
La seconda è una Suonata del repertorio di Nembro:
La terza è un Inno, ancora proveniente da Albino: