Insegnare la tradizione: introduzione a una riflessione
Uno dei temi di maggiore interesse per chi si dedica alla trasmissione delle conoscenze riguarda i criteri di insegnamento, vale a dire i metodi elaborati nel corso degli anni per giungere a veicolare un patrimonio che sino a qualche anno fa era puramente orale. Rubare il mestiere al più esperto appare oggi una prerogativa superata: non esiste più il desiderio di emulazione né la volontà di primeggiare; piuttosto si assiste al desiderio di condividere esperienze e conoscenze.
Questa rivoluzione copernicana nell’ambito della musica delle campane ha portato al crollo di alcuni tabù consolidati, supportati più dall’ignoranza che dalla reale consapevolezza dei limiti individuali. È stato possibile ed è possibile fare musica d’insieme, trascrivere musica, codificare tecniche e, soprattutto, mettere a punto strategie per avvicinare persone che non sono nate e cresciute nel mondo delle campane. Tale dato ha costituito un punto di forza all’interno del genere. Chi si avvicina oggi al mondo campanario lo fa non tanto o non solo per l’oggetto campana, bensì per il contesto che muove la sua originalità. Essere in luogo chiuso da cui si produce musica (la base del campanile), suonare a tastiera da punti panoramici non accessibili a tutti (cella campanaria), scoprire significati profondi di spessore storico dietro a ogni gesto che precede e segue il ‘rito’ del suono, accostano il neofita ad analizzare in modo più o meno consapevole ma inevitabile il proprio comportamento, e conformarlo a luoghi sacri o luoghi di pregnanza storica, quali chiese, basiliche, santuari, torri civiche.
Uno dei quesiti che ha ricevuto immediatamente risposta in merito alla trasmissione delle conoscenze, a sua volta codificato in assioma, è che saper suonare non significa saper insegnare. Tale assunto, valido per tutti i campi del sapere e per le diverse discipline musicali di carattere accademico, si è dimostrato in un ambito in cui il piano teorico non è ancora stato costituito, partendo, fondamentalmente, dalla pratica dello strumento e sullo strumento. Ciò non deve indurre a pensare che manchino presupposti di carattere culturale. Certamente i musicisti campanari non avevano, nella maggior parte dei casi, formazione accademica. Tuttavia, erano portatori di un patrimonio orale che ancora attende di essere messo per iscritto, acquisendo valore in quanto, nella cultura occidentale moderna, il valore dello scritto supera la conoscenza trasmessa e conservata per via orale.
Essere portatori di un patrimonio non significa possedere le qualità per saper trasmettere tale patrimonio. Da qui la necessità di formare insegnanti, che sappiano raccogliere dai maestri non-insegnanti, per divenire a propria volta insegnanti e, nel migliore dei casi, maestri.
Un’opera di questo genere ha comportato nel corso di questi anni un attento lavoro di analisi dello stile dei maestri non insegnanti, cercando di dedurre forme, stilemi e caratteri da poter astrarre e trasmettere in forma sistematizzata agli allievi. Il dato singolare da sottolineare è che coloro che si avvicinano al repertorio e alla musica delle campane non sono necessariamente campanari amanti dell’oggetto campana, bensì appassionati del repertorio musicale e del contesto che porta a suonare e a fare musica di gruppo. Tale dato costituisce una novità assoluta in un mondo sino a qualche decennio fa costituito da gruppi o individui estremamente chiusi, alieni all’obiettivo di comunicare le proprie conoscenze. Il comportamento si spiegava in ragione di una società profondamente differente da quella attuale, in cui essere capaci di suonare le campane poteva essere elemento di vanto, spesso incompreso e talvolta deriso da una parte della comunità locale.
Il ruolo del maestro insegnante attuale viene dunque a essere quello di trait d’union tra passato e presente: ‘registratore’ e ‘conservatore’ da un lato, ‘trasmettitore’ dall’altro. Astrarre dall’ambiente sociale del passato per proporre pura musica nel presente è il percorso per assicurare continuità alla storia delle campane.