Giulio Donadoni ricordato a Grumello de’ Zanchi
Serata all’insegna della testimonianza a Grumello de’ Zanchi, frazione di Zogno (Valle Brembana), in occasione della scomparsa occorsa lo scorso febbraio 2011 del maestro campanaro Giulio Donadoni. La Federazione Campanari Bergamaschi ha tenuto, per la circostanza, celebrare uno dei più grandi suonatori di campane a tastiera che la bergamasca abbia avuto con un concerto di campanine a cura degli allievi della Federazione provenienti da Roncobello e da Zogno, un documentario di 33 minuti sull’eredità musicale di Donadoni, un momento lirico con la soprano Noriko Habuki, una cerimonia ufficiale di ringraziamento voluta dal Comune di Zogno e dalla nostra associazione. Don Umberto Tombini, parroco di Grumello de’ Zanchi, nel consegnare le targhe commemorative a Danilo e Virginio Donadoni, nipoti di Giulio, e alla famiglia del cugino Geremia Donadoni, ha tenuto a sottolineare come Giulio sia stato un maestro non solo nelle campane ma anche nella vita, con il suo contributo attivo e fattivo alla parrocchia e con la sua grande fede. L’Assessore alle Politiche Giovanili Massimo Pesenti, nostro associato, ha messo in evidenza la positività del puntare sui giovani per il rilancio della tradizione campanaria locale: in segno di gratitudine la nostra associazione ha deciso di consegnargli una targa in cui si manifesta vivo apprezzamento per l’opera svolta sinora, fatto di paziente tessitura tra le varie realtà locali di un comune articolato in molte frazioni, di costante confronto con le difficoltà logistiche dell’amministrazione in un paese come l’Italia, divorato da una burocrazia impotente e da un bassissimo livello di attenzione verso le manifestazioni culturali originali. L’attenzione e l’affetto dimostrato verso Donadoni nella serata ieri sono tuttavia prova che la realtà campanaria può conoscere un futuro, un futuro che va tuttavia costantemente ribadito, richiamato, stimolato perché non si perda il valore umano del suono della campana.
La serata si è aperta con una serie di brani della tradizione di Zogno e delle sue frazioni, tramandati da Giulio Donadoni ed eseguiti dai ragazzi della Scuola Campanaria di Roncobello: Marcia di Poscante, Mazurca di Grimoldo, Monferrina del murì, Cio ciao, Sa marida la bröta Gigiòta e Valzerone di Grumello. L’esecuzione ha introdotto il documentario, costruito sui materiali d’archivio della Federazione, disponibile in rete per i nostri lettori:
Gli applausi prodottisi durante la proiezione del documentario hanno dimostrato come l’emozione possa passare attraverso l’immagine, anche l’immagine del suono delle campane e di chi suona le campane, distante, in questo caso, dall’emozione di carattere cinematografico. Applaudire Giulio Donadoni in filmato mentre altri lo applaudivano in una registrazione del 2000 rivela quale permanenza abbia il suo ricordo e la sua eredità musicale. Proprio in memoria della sua opera e del suo trapasso improvviso, la soprano Noriko Habuki, membro della Scuola Campanaria di Roncobello, ha eseguito l’Ave Verum di Mozart, apprezzatissimo dal pubblico e da Don Umberto, che ha giudicato l’esecuzione del brano come autentica preghiera in sua memoria.
La Scuola Campanaria di Zogno, nata nel febbraio del 2010, ha proposto le prime suonate imparate dal maestro Giulio Donadoni: due brani per cinque campane, che, come racconta nel documentario, il nostro campanaro aveva appreso all’età di cinque anni, e due suonate per otto campane, provenienti dal repertorio della famiglia Donadoni e dal patrimonio dei campanari di Zogno.
La serata si è chiusa con due brani a cura della scuola di Roncobello: una versione corale di Pietro ritorna, accompagnata dalla chitarra come piaceva allo stesso Donadoni, e dall’Ave Maria di Lourdes, sostenuta dall’organo come preghiera e ricordo per tutti i defunti.
Al termine del concerto la nostra associazione ha ricevuto parole di vivo ringraziamento da parte dei parenti di Giulio Donadoni, i quali hanno raccontato aneddoti davvero bizzarri interessanti su come tutta la sua vita fosse stata dedicata alla musica e al lavoro dei campi, tra gli animali e la natura, e come ogni cosa e oggetto potesse diventare musica. Riconosceva se il canto del gallo al mattino fosse stonato o meno, le combinazioni sonore tra i versi delle anatre e delle galline che erano nel pollaio, la tonalità delle lattine trovate per strada, riempire d’acqua le bottiglie per giocarvi come risuonatori. Dotato di orecchio assoluto, era in grado di riconoscere gli intervalli sonori e la tonalità dei concerti campanari a un primo ascolto. Alla famiglia dei campanari che hanno fatto la storia dei bronzi di Zogno – Pietro ‘murì’ Ferrari (1881-1959) e Achille Ferrari (1920-1975) di Zogno, Bortolo Pellegrini (1883-1963), Gino Pellegrini (1910-1970) e Bianco Pellegrini (1893-1962) di Poscante, Bono Sonzogni (1889-1953) e Carlo ‘baciùr’ Sonzogni (1898-1977) di Endenna – si aggiungono tutti i campanari della famiglia di Donadoni dal nonno Giovanni (metà XIX secolo) sino a Giulio (1930-2011), che resteranno per sempre nella memoria e nella musica della Valle Brembana.
Breve video reportage della serata.