La via delle campane

25 agosto 2012: giornata ricca di risultati per l’arte campanaria bergamasca, che ha sottolineato l’importanza della riscoperta della tradizione attraverso tre iniziative di notevole rilevanza locale. Bergamo si è tinta del suono della storia nei diversi borghi della città, proponendo uno scenario più ampio e articolato rispetto alle edizioni passate. Questo supportato da due dati che sottolineano la valenza culturale del progetto dell’associazione, attraverso iniziative che mirano a coinvolgere quanto più possibile appassionati non-campanari oltre a campanari di nascita, con l’obiettivo di ampliare gli orizzonti e rendere pienamente accettato il suono delle campane negli eventi religiosi e sociali di maggiore rilevanza.

La mattinata di sabato 25 agosto si è aperta in Piazza Vecchia con le interviste di Bergamo TV e Videobergamo alle autorità comunali promotrici dell’evento – nella persona del Presidente del Consiglio Guglielmo Redondi – e a Don Gilberto Sessantini – responsabile per l’Ufficio di Musica Sacra della Curia Vescovile – ispiratore sul versante religioso della tutela del rilancio del suono delle campane in Diocesi, e alle cariche della Federazione che hanno coordinato con Comune e Ufficio di Musica Sacra la mattinata campanaria. Qualche minuto prima delle dieci il Presidente Redondi ha inaugurato con il nostro associato Paolo Donizetti e Luca Fiocchi le nuove pannellature esplicative della Torre Civica e delle sue campane, opera che farà da supporto ai visitatori della struttura emblematica della città. Alle ore dieci, inizio del suono delle campane della torre, purtroppo menomato dal guasto del motore della campana mezzana, dato che ha incoraggiato più di un associato a ipotizzare per la prossima edizione di suonare le tre campane manualmente (il tutto da esaminare con attenzione vista, soprattutto, la mole del campanone e l’attrito esercitato dalla catena del motore). Dalla Torre si è passati alle sei campane della Cattedrale, suonate a concerto dal Vicepresidente della FCB Nicola Persico: bronzi velocizzati dall’alleggerimento dei contrappesi – lavoro compiuto qualche anno fa per risaltare gli armonici – con risultato decisamente positivo per i numerosi ascoltatori convenuti nel cuore di Città Alta. È stato poi il turno del momento forte della manifestazione, vale a dire il suono delle campane di Santa Maria Maggiore, ripristinate a doppio sistema – grazie all’intervento della Misericordia Maggiore, che qui ringraziamo sentitamente – con le corde inserite sulle otto doppie ruote e fatte scendere sino alla volta della Basilica: campane ben suonabili, portabili quasi a bicchiere, e perfettamente ascoltabili dal vano che si apre con quattro finestroni sui quattro punti cardinali, tre piani al di sotto della cella campanaria. Suono a distesa, seguito da allegrezze alla tastiera per quasi un’ora di orologio, con brani della Valle Seriana, Gandino, Brembana e pianura. A mezzogiorno, di nuovo suono a concerto mentre le campane di Sant’Alessandro in Colonna, Sant’Anna in Borgo Palazzo, Cattedrale e, a chiudere, il Campanone, rimarcavano il momento corale e sociale della festa.

Il pomeriggio, presso la Sala dei Cinquecento, è stato dedicato alle riflessioni sul valore storico delle campane in Bergamo e sul rispetto del patrimonio di cui esse si fanno portatrici. Intervento meditato di Don Gilberto Sessantini, che ha posto in evidenza il ruolo storico dei bronzi, il significato del suono delle campane nel corso della storia della città e le attuali iniziative che le associazioni campanarie stanno conducendo per rivalorizzare un tesoro musicale di pregio, dalla Scuola Campanaria di Roncobello alla Federazione Campanari Bergamaschi, per proseguire con i gruppi che in Italia testimoniano il risveglio per i bronzi. Tale dato, che prova come le campane debbano declinare il versante culturale in modo più netto negli anni a venire, ha avuto il suo atto centrale nell’intervento della studiosa Chiara Bernazzani sulla storia della Torre Civica e delle sue campane: immagini di campane riscoperte non solo per il loro suono ma per il corredo decorativo di cui si fanno portatrici, riflesso di epoche diverse e di differenti prospettive artistiche cucite sull’abito dei bronzi.

La Federazione Campanari Bergamaschi ha voluto manifestare con la consegna di targhe speciali la propria gratitudine a Don Gilberto Sessantini, Chiara Bernazzani, Guglielmo Redondi e Paolo Donizetti per il compito svolto e per aver sposato a pieni caratteri la proposta di ricerca campanaria lanciata dalla Federazione nel 2002, anno della sua fondazione. Il numeroso pubblico presente nella torrida Sala dei Cinquecento ha apprezzato il livello degli interventi – ringraziando personalmente i conferenzieri – e l’omaggio porto dalla Federazione e dal Comune con la consegna delle copie gratuite della Guida alla Torre Civica e le sue campane.

In chiusura dei lavori, interventi di Luca Fiocchi e del Presidente Redondi. Il primo ha sottolineato come i momenti salienti della giornata abbiano segnato chiaramente che l’idea di campana in quanto momento di riscoperta culturale è il perno su cui far ruotare il mondo campanario del futuro, coinvolgendo in misura crescente enti, associazioni, studiosi e potenziali suonatori che colgano nella dimensione sociale delle campane un momento in cui maturare esperienze e costruire conoscenze da divulgare. Il Presidente Guglielmo Redondi ha affermato a chiare lettere che ‘Senza una tradizione storica l’uomo non va avanti’: il lavoro di gruppo costruito attorno al percorso secolare del Campanone prova quale sia la strada da percorrere, fondata sul ricercare, divulgare, condividere e promuovere. La via indicata da Sant’Alessandro, in occasione della sua solennità, sta indicare come la dimensione del bronzo possa essere di auspicio per una nuova prospettiva storica del paesaggio sonoro. La via delle campane.

In copertina: la statua di Sant’Alessandro posta sulla cupola della Cattedrale, fotografata dal campanile della Basilica di Santa Maria Maggiore.

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