I richiami della Settimana Santa a Gandino: una tradizione medievale
La complessità dei riti della Settimana Santa in tutto il mondo cristiano trova espressione singolare anche nelle valli bergamasche. Abbiamo trattato in altri articoli dell’uso delle bàtole e dei grì in diversi centri dell’Alta Valle Brembana. In questa sede parliamo dell’ampio uso della bàtola nella giornata del Venerdì Santo. Si tratta di uno strumento ricavato da un’asse di legno su cui vengono fissati aste metalliche rotanti che vengono fatte suonare battendole contro il legno. Non vi è dubbio che il rumore dato dalla percussione del ferro contro il legno ricordi il rumore dei chiodi che crocifissero Cristo sulla Croce: un suono crudo e duro che rinvia la sensibilità e l’immaginario alla drammaticità del momento della morte di Gesù. Tutti gli strumenti della Settimana Santa si ricollegano a tali elementi, legno e ferro, arrangiati in vario modo e forma per produrre un suono che abbia significato di richiamo.
Uno dei nostri associati, Celestino Caccia, campanaro originario di Gandino, è da trent’anni ufficialmente incaricato del suono della bàtola in coppia con Emanuele Bertocchi, il quale emette le grida di avviso relative ai diversi momenti di preghiera della giornata. Qualcuno ha ironicamente collegato l’immagine a quella del muezzìn islamico che richiama i fedeli alla preghiera. In realtà tale rito con assenza assoluta delle campane viene attuato un solo giorno dell’anno. L’originalità del gesto sta nel fatto di essere compiuto in cima al campanile, a differenza di altri luoghi della bergamasca, in cui il suono degli strumenti della Settimana Santa viene compiuto sul sagrato della chiesa parrocchiale o nelle vie dei centri abitanti per richiamare la popolazione alla preghiera pasquale.
Alleghiamo una breve intervista realizzata telefonicamente a Celestino Caccia, il quale racconta il significato del suono degli strumenti di richiamo del tempo di fine Quaresima e la sua esperienza personale ereditata nel 1983 dall’allora anziano sacrestano Battista Torri.
Clicca qui per sentire l’intervista.
L’immagine di copertina è tratta dall’archivio fotografico dell”Eco di Bergamo’, che ringraziamo sentitamente.