Appunti per una riscoperta della tradizione delle campane

Venerdì 11 ottobre 2013 si è tenuta presso la sala dei Giuristi del Palazzo della Ragione di Bergamo la presentazione del volume Appunti per una riscoperta della tradizione delle campane. Alla serata ha partecipato in forma scritta il presidente dell’Associazione Nazionale Suonatori di Campane Eles Belfontali, che ha inviato un messaggio di apprezzamento per il lavoro di ricerca e divulgazione per le nuove generazioni. Il Presidente del Consiglio Comunale Guglielmo Redondi ha introdotto i lavori sottolineando il ruolo sociale delle campane, uno stato da recuperare negli anni presenti e futuri per dare significato all’ascolto dei suoni della musica dell’ambiente, costantemente minacciato se non palesemente soffocato dal rumore. Don Gilberto Sessantini ha rimarcato come la caparbietà manifestata nel lavoro di ricerca e salvaguardia del patrimonio tradizionale inizi a dare i suoi frutti, con diversi campanili riconvertiti al suono manuale e una maggiore predisposizione all’ascolto da parte della cittadinanza. Luca Fiocchi, presidente della Federazione Campanari Bergamaschi, ha fatto omaggio ai presenti di una copia del volume stampato dal Comune di Bergamo e in distribuzione gratuita dalla Federazione Campanari Bergamaschi. Nell’introduzione al volume, scritto in collaborazione con Fabio Zenucchi e Alessandro Ravasio per la parte concernente le campane antiche, Luca Fiocchi ha messo in luce come l’evoluzione della cultura delle campane abbia conosciuto momenti altalenanti tra il primo Novecento e l’inizio del nuovo millennio: dall’installazione massiccia dei concerti di otto campane di primo Novecento alla perdita di suonatori con il Primo Conflitto Mondiale; dalla seconda grande fusione tra le due guerre alla spoliazione bellica del 1942-43; dalla nuova fusione massiccia della ricostruzione all’automazione del periodo 1970-2000 con la conseguente perdita di un alto numero di suonatori, trasformati in ‘campanari pensionati forzati’ per l’eliminazione di corde e tastiere. Dal 2000 prende origine un nuovo movimento fondato sulla riscoperta della tradizione come dato culturale della società da tutelare, non come pezzo di folclore ma come parte integrante della vita della società.

Fabio Zenucchi, inserendosi nella prima parte dell’opera pubblicata dal Comune di Bergamo, ha rimarcato l’importanza di sviluppare un’opera di ricerca appena iniziata: indagare le poche campane antiche scampate al danno dei conflitti bellici si configura come la base irrinunciabile per riscoprire le antiche tecniche produttive e cercare di tracciare i movimenti dei singoli fonditori, che in molti casi producevano direttamente ai piedi dei campanili che avrebbero entro poco tempo ospitato le loro fatiche fusorie.

Foto-BG

La campanara britannica Rosemary Hill, studentessa di lingue all’Università di Bologna, ha infine raccontato l’esperienza del suono delle capane oltremanica, in una situazione sostanzialmente paradisiaca in cui 40.000 campanari possono disporre della quasi totalità di concerti manuali e di un spazio per il suono senza confronti rispetto alle diocesi italiane. In Gran Bretagna le campane non sono considerate come parte della Chiesa, per cui il loro suono non viene subordinato necessariamente alle funzioni religiose. Ciò significa che alcuni campanili possono suonare raramente solo in occasione della presenza di campanari, senza che questo induca all’automazione delle campane, come invece accade in Italia.

Altro aspetto davvero singolare sta nel fatto che suonare le campane viene considerata un’attività laica, per cui buona parte dei campanari si avvicina alle campane più per passione allo strumento che per fede religiosa: da qui la notevole presenza di campanari non credenti nelle squadre campanarie. Il restauro dei concerti campanari non tocca così alle parrocchie, ma all’associazione nazionale dei campanari (Central Council of Church Bellringers), che dispone di un fondo comune derivante dalle offerte dei singoli privati. L’associazione fissa un ordine di priorità segnalate a livello nazionale, allocando i fondi ove necessario. Tutto questo è possibile in virtù di diversi fattori virtuosi, tra cui la generosità delle offerte dei singoli, l’esistenza di un sistema di suono comune su tutto il territorio britannico, la piena coscienza del fatto che suonare abbia una fondamentale valenza culturale, testimonianza dalle costanti registrazioni scritte delle suonate eseguite e dei nomi dei relativi campanari. A questo si accompagna il fatto che suonare viene visto come un ottimo sistema di aggregazione, tant’è che molte università e scuole hanno il proprio gruppo di campanari che mantiene viva la tradizione tra i giovani, con costanti scambi di gruppi dalle varie zone dell’isola maggiore. Tutto questo non può che essere di esempio per associazioni giovani come la nostra, che possono attraverso esperienze come questa aprire i propri orizzonti per iniziare a vedere il mondo delle campane a livello europeo.

La serata si è chiusa con la consegna di tre targhe di ringraziamento a Rosemary Hill, per l’interessantissima testimonianza fornita in italiano, a Fabio Zenucchi e ad Alessandro Ravasio per l’opera di ricerca nella dimensione antica che certamente potrà riservare notevoli sorprese.

Grazie al Presidente Guglielmo Redondi e a Don Gilberto Sessantini per avere consentito in questi anni una crescita sensibile della credibilità del progetto di recupero di una tradizione secolare.

Per ricevere una copia del volume Appunti per una riscoperta della tradizione delle campane, contattare l’indirizzo mail: luca.fiocchi@libero.it

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