La tradizione delle campane entra in Seminario
Significativo incontro presso il Seminario Vescovile dì Bergamo sul tema della riscoperta della tutela del suono delle campane. I giovani studenti della residenza intitolata a Papa Giovanni XXIII hanno accolto con notevole interesse la proposta musicale e l’esperienza del progetto di gruppo per il rilancio del suono dei bronzi. Filmati di archivio, suono delle campanine e suono delle campane sono stati i protagonisti di un momento di divulgazione rivolto a chi potrà un giorno essere parroco e amministratore dei beni storici che le nostre parrocchie ospitano, tra cui figurano a pieno titolo le campane.
La campana è stata presenta nei suoi molteplici ruoli, tra i quali spiccano tre funzioni principali: richiamo alla fede, strumento musicale e opera d’arte di valore storico. Ciò che ha sostenuto nel tempo il mantenersi l’attaccamento del popolo alle campane del proprio paese e parrocchie è stata una fede costellata da numerosi sacrifici, in particolare nel momento della ricostruzione del Secondo Dopoguerra, quando le famiglie uscite stremati dal conflitto riuscirono a trovare la forza per donare al suono che maggiormente rappresentava le loro comunità. Proprio in loro memoria e gratitudine va la nostra opera di riscoperta. Don Gianluca Brescianini, responsabile della Comunità del Triennio, e Don Marco Milesi Padre Spirituale del Seminario, hanno messo in luce come vada ridata nuova importanza alle campane, in particolare ricordando che ogni campana sul campanile è benedetta e costituisce un segno irrinunciabile del nostro credo.
All’interno del Seminario studiano due dei nostri giovani campanari, Taddeo e Gregorio Rovaris, che hanno facilitato il nostro compito d’ingresso nel centro e aiutato ad animare la serata eseguendo sulle campanine di metallo e sulla tastiera diversi brani del repertorio della Valle Seriana, accompagnati dalle campanine in vetro e dalla chitarra classica.
A fine incontro i ragazzi del Seminario si sono spontaneamente e liberamente cimentati sulle campanine e sulla tastiera, assaporando un suono antico che si ripropone inalterato per mezzo dei giovani. Alle conclusione della preghiera serale, il canto di congedo Nome dolcissimo è stato intonato da voci con campanine e chitarra classica, suggella un intenso momento di amicizia, con la viva intenzione che i sacerdoti futuri possano fare tesoro di questi momenti di condivisione con la tradizione, nel momento in cui toccherà loro essere protagonisti responsabili dei progetti di conservazione dei patrimoni storici. Un vivo ringraziamento a Don Gianluca Brescianini, a Don Marco Milesi e a Don Gilberto Sessantini, che sempre appoggia e sostiene le iniziative divulgative campanarie.