Cronache. I campanacci scacciano l’inverno a Roncobello (Alta Valle Brembana)
Si è tenuta venerdì 4 aprile a Roncobello la tradizionale cacciata di marzo, il rito propiziatorio del ritorno della primavera che prevedeva, un tempo, l’uso di trascinare per il paese qualsiasi oggetto che potesse far rumore e destare la natura dai torpori dell’inverno.
Negli anni precedenti la crisi delle tradizioni popolari – tra il 1970 e il 2000 – il frastuono era affidato a lattine legate con uno spago e trascinate per terra, pentole e coperchi, oggetti rumorosi accompagnati da filastrocche rituali. Oggi a Roncobello la tradizione viene riproposta, come accade in altri centri dell’Alta Valle Brembana, con il suono potente e suggestivo dei campanacci per gli animali da pascolo.
La ‘cerimonia’ ha avuto inizio con una spiegazione del significato del rito da parte degli organizzatori, che sono riusciti per l’occasione a coinvolgere un buon numero di giovani entusiasti. Da qui ha avuto inizio una ‘processione’ per le contrade del paese con l’obiettivo di andare a risvegliare anche le parti più remote. Alle 19:00 il corteo ha preso avvio suonando a ritmo i campanacci, risalendo alla parte alta del paese e sostando due volte davanti all’Albergo Alpino, dove i suonatori, formando un cerchio, hanno battuto a ritmo compatto gli strumenti. La presenza di anziani e giovani ha lasciato chiaramente intendere come si stesse assistendo a un passaggio di consegne nel suono del risveglio della primavera. Il saluto porto dai balconi delle case che venivano avvicinate dal suono sottolineava il ritorno a un rito antico ma sempre attuale come il riprodursi del ciclo stagionale.
Il senso di comunità e di coesione attorno a un evento si è concluso con un canto finale tra la gioia e soddisfazione generale, certi che con gli anni il recupero di uno rito antico potenziato dai campanaria possa constatare un ulteriore passo di ritorno alla pratica delle tradizioni popolari locali.