Cronache campanarie. Campanine brembane a Santa Croce
Domenica 1 maggio 2016. Pomeriggio di musica campanaria a Santa Croce, frazione posta sopra San Pellegrino Terme, in occasione della solennità della Santa Croce. Le Scuole Campanarie di Roncobello e San Giovanni Bianco hanno offerto un applaudito concerto di campanine all’interno della chiesa parrocchiale al termine dei vespri celebrati dal parroco Don Sergio Bonacquisti e da Monsignor Gianluca Rota. Due generazioni di suonatori accomunati dal suono delle campanine e dalla passione per la riscoperta del suono delle campane. Dopo il suono a computer per la funzione i ragazzi e i volontari locali hanno esplorato il campanile, trovando in cima la tastiera scollegata al momento dell’automazione del concerto ma recuperabile con opera volontaria. Il recupero della tradizione può essere, come avvenuto, in molti casi passati, l’occasione per formare un gruppo di suonatori locali a partire dai più giovani. L’interesse manifestato dai giovani e giovanissimi per il suono delle campane ha mostrato come un progetto di recupero sia cosa fattibile a partire da una graduale riabilitazione del campanile al suono manuale.
Il concerto ha offerto una carrellata di brani della tradizione bergamasca con brani della Valle Brembana e Seriana, con particolare riguardo per la Valle Gandino. Un patrimonio orale di brani a tastiera molto ampio e variegato che testimonia l’ampio ventaglio di stili esecutivi, oggi riconosciuto dalla Regione Lombardia come Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine. Chitarra, mandolino, flauto e clarinetto hanno costituito il contorno di un ensemble di risuonatori in metallo e ottone di fattura squisitamente artigianale con repertorio nato nella seconda metà del XVIII secolo e sopravvissuto sino ad oggi grazie alla memoria orale dei suonatori.
Musica della tradizione e versioni campanarie di inni sacri e canti liturgici che il mondo dei bronzi ha incorporato nel corso dei secoli. Nome dolcissimo e La squilla di sera hanno chiuso l’apprezzato intervento in omaggio all’inizio del mese mariano, dando un segnale d’inizio per una nuova possibile collaborazione in una terra già studiata negli anni ’70 dall’etnomusicologo Roberto Leydi per la ricchezza del repertorio di canti popolari. Ringraziamo dell’accoglienza attenta e vivace tutti i volontari della parrocchia e dei giovanissimi attenti ascoltatori del concerto, con l’impegno di tornare nei prossimi mesi per ridare vita alla tradizione del suono delle campane manuali.