Cronache campanarie: Gromo progetta il rilancio della tradizione

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Partecipato incontro venerdì 20 luglio 2018 a Gromo, presso la chiesa di San Gregorio, incentrato sul tema della riscoperta della tradizione del suono delle campane a partire delle nuove generazioni. La proposta è venuta dal associato Giorgio Negroni, sacrista della piccola ma preziosa chiesa di proprietà comunale e nostro attivo propositore della riscoperta del suono delle campane manuali. Presenti all’incontro il sindaco Sara Riva e l’assessore Valentina Santus. Sara Riva ha espresso vivo apprezzamento per uno dei progetti che si potrebbero attivare e volto in particolare alla riscoperta di una tradizione antica che risale al XVIII secolo in terra bergamasca, il tutto inserito in un contesto scenografico del tutto particolare qual è quello di Gromo, ricco di monumenti medievali e di preziose ville e edifici Art Nouveau di primo Novecento.

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La presentazione dell’incontro è andata a carico del presidente della Federazione Campanari Bergamaschi, Luca Fiocchi, affiancato per l’occasione dal consigliere per l’Alta Valle Seriana Diego Palazzi e dallo stesso Giorgio Negroni. Luca Fiocchi ha illustrato il processo di riscoperta di una tradizione antica a partire dai più giovani e dagli obiettivi che ci si prefigge ottenere nell’Alta Valle Seriana, zona che senz’altro ha subito fortemente il fenomeno dell’ automazione degli impianti campanari ma che ha tutt’ora spazi e prospettive interessanti per un pieno recupero della tradizione. A questo proposito Diego Palazzi ha raccontato la propria esperienza di suonatori ed i consiglieri, sottolineando quelli che sono gli obiettivi raggiunti sinora. In particolare si sottolineano i lavori svolti ad Ardesio, dove sul campanile della parrocchiale e sul campanile del santuario sono state recuperate corde e tastiera per un pieno suono e completo a doppio sistema.

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Presso la vicina Ardesio, nella località di Bani, in occasione dei lavori di restauro dello scorso anno, è stato ripristinato doppio sistema completo. Allo stesso modo a San Lorenzo di Rovetta come a Songavazzo e altre chiese della zona, l’automazione non ha rimosso le corde, che restano come strumento di suono importante. A questo piccolo insieme si aggiungono le numerose chiese sussidiarie che presentano doppi sistemi o sistemi interamente manuali. Tocca ora all’associazione orobica promuovere un recupero completo attraverso i giovani con corsi di formazione all’interno degli oratori, delle scuole e di tutte le occasioni che possano offrire il motivo della socializzazione non competitiva. Numerosi i filmati proiettati nel corso della serata, dalle campane sonate a quattro mani a Rovetta e concerti di campane alle giornate di Sant’Alessandro del 25 agosto, sino ad arrivare a una aperta proposta di costruzione e ricostruzione di un tessuto campanario a partire dalle nuove leve che si avvicinano con curiosità ha uno strumento così antico.

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In particolare la l’incoraggiamento dell’associazione è andato al sacrista Giorgio negroni, che nonostante le difficoltà sul territorio, si sta prodigando per mantenere viva la tradizione e poterla rilanciare nei prossimi anni. Interesse dimostrato nel corso della serata e di buon auspicio per i prossimi progetti, In primo luogo i lavori di messa in sicurezza delle campane della chiesa comunale. I tre bronzi necessitano di una completa ristrutturazione della parte meccanica, resa pericolante a causa della mancanza di manutenzione degli ultimi decenni. Un sincero Grazie all’amministrazione comunale per aver condiviso questo progetto e un grazie all’associato Giorgio Negroni per avere promosso l’iniziativa già ipotizzata lo scorso anno. Attraverso il consigliere Diego Palazzi, che opera nella zona, è possibile attivare contatti per proporre iniziative di carattere didattico con l’insegnamento delle campanile, risuonatori tradizionali in vetro e metallo e ottone, e con il suono delle corde, da praticarsi nei campanili in occasione delle maggiori solennità. Per maggiori informazioni, contattare luca.fiocchi@libero.it

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