Cronache campanarie: Gandino cuore della tradizione

Intensa esperienza musicale sul campanile di Gandino in occasione delle solennità del Corpus Domini e dei Santi Patroni, due tra le maggiori solennità che vengono celebrate in uno dei centri nevralgici della tradizione della Valle Gandino. Rappresentanti giovanissimi della Scuola Campanaria di Scanzo hanno partecipato agli eventi con il suono delle campane d’allegrezza proponendo brani complesse studiati nel corso degli ultimi sei mesi in occasione degli incontri settimanali che si tengono presso le sede della Federazione Campanari Bergamaschi. Un’occasione per riscoprire un repertorio antico tramandato dal maestro Lorenzo Anesa e appreso tramite lo studio delle partiture pubblicate da Valter Biella nel volume I suoni delle campane, in cui si è salvato e riproposto il quaderno redatto da Giuseppe Nodari del 1950, che raccoglie alcune delle suonate ricordata dal campanaro Quirino Picinali detto Manòt.

Sonata introduttive, inni religiosi, suonate per i santi patroni, Ave Marie, allegrezza con campane a distesa e un ricco ventaglio di suonate di prima classe tramandate dalla fine del 1700 sino ad oggi che hanno trovato nuova linfa grazie all’apporto dei campanari delle ultime generazioni della nostra associazione che collaborano attivamente con i rappresentanti del Gruppo Campanari di Gandino.

L’emozione unica di suonare di primo mattino per annunciare la festa dall’alto di un campanile storico, riproponendo le antiche melodie che hanno conosciuto pochi rimaneggiamenti, segnando il profilo musicale del paesaggio locale. Ricordiamo in particolare la suonata dei paratori (chèla dol paré), che si esegue solo una volta all’anno e che segna l’inizio della festa. Un tempo, raccontano i campanari locali, questo brano veniva eseguito al primissimo mattino e indicava l’inizio della posa dei paramenti che decoravano le strade, creando vere e proprie e gallerie frutto del contributi delle aziende tessili della zona, che offrivano i propri materiali, ritirandoli dopo la festa per venderli a un prezzo più elevato in virtù del ruolo svolto nella festa.

In ogni suono realizzato sulla tastiera torna la memoria del gesto che dal 1786 a oggi si perpetua in occasione delle feste di prima classe, le cui suonate paiono risalire a un’epoca chiaramente anteriore a quella dei balli di coppia: melodie complesse probabilmente derivate da inni sacri o antiche danze o musiche che sono certamente materia da indagare.

Il suono delle campane diviene così parte integrante della festa religiosa, con un primo segnale, per il Corpus Domini, dalle 7:30 alle 8:00, tre segni a distesa dalle 9:30 alle 10:15, allegrezza con le quattro grosse a distesa all’inizio della Messa Solenne, segnale al Sanctus, suonata d’allegrezza di richiamo delle confraternite in Basilica, suonate d’allegrezza durante la processione. Nessun brano ballabile ma brani appositamente composti nel corso dei secoli per accompagnare il rito. Sulla stessa falsariga la festa dei Santi Patroni, senza la parte relativa alla processione ma con allegrezze nella parte conclusiva della cerimonia. Eventi di questa portata, osservati dall’alto del campanile, lasciano intendere come il suono sia a tutti gli effetti parte integrante della cerimonia, e aiutano a riscoprire una volta di più quale sia e quale fosse, un tempo, il ruolo sociale delle campane. Un grazie per queste bellissime esperienze ai nostri associati di Gandino e ai membri del Gruppo Campanari di Gandino. Per tutti gli interessati ai progetti di riscoperta, rilancio e tutela della tradizione campanaria è possibile contattare il nostro indirizzo mail.

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