Una poesia sulla Vigilia di Natale
Vigilia di Natale. Pubblichiamo una poesia dell’autore inglese Robert Bridges, nato nel 1844 e morto nel 1930, autore di una suggestiva lirica sulla sera della vigilia, quando il suono delle campane a festa pervade il paesaggio campestre della contea del Kent, nel sud-est dell’Inghilterra. Un poeta che, dai vividi dettagli con cui descrive il suono e il movimento delle corde, aveva certamente conosciuto l’ambiente dei campanili. Un componimento scritto sulla spinta delle inquietudini sociali e degli scontri diplomatici che portarono l’Europa alla Prima Guerra Mondiale (vedi le allusioni non velate alle torri d’Inghilterra come baluardo contro il nemico proveniente dall’esterno). Suggestioni, suono, silenzio e riflessioni aprono la porta alla dimensione del Natale nel modo più autentico.
Presentiamo una nostra traduzione in italiano e il testo originale nella parte bassa della pagina.
La sera della Vigilia di Natale del 1913
Pax hominibus bonae voluntatis
Pace agli uomini di buona volontà
Una fredda Vigilia di Natale,
mentre le stelle brillavano
camminavo solo,
dove la collina
declina ad occidente.
E da molti villaggi
tra corsi d’acqua
giunse a me
una musica lontana,
campane suonare a festa:
grappoli di suoni s’inseguivano
costellando la piana terra
mentre l’oscura volta del cielo
brillava dall’alto con le sue stelle.
Il mio pensiero corse rapido
a comprendere il primo Natale,
mentre i pastori che guardavano le greggi
tra le pieghe delle colline prima dell’alba
udirono la musica tra i campi,
e stupiti non riuscivano a capire
se a cantare fossero gli angeli
o le stelle del cielo.
Benedette siano le torri
che coronano la splendida Inghilterra,
che si ergono solide in preghiera a Dio
per le nostre anime.
Benedetti siano i loro fondatori
e la nostra gente della campagna
che suona stanotte per Gesù nei campanili,
con le braccia tese ad afferrare
le sfuggevoli corde che corrono in alto
verso il buio con energico frastuono.
Per me, udita da lontano,
era musica di stelle,
angelico cantare che rallegra
come Cristo parlò
confortando in tenerezza
il suo gregge smarrito:
A me giunse l’antico Verbo
addolcito e rinnovato
mentre stavo sulla collina
ascoltando immerso
nell’eterno silenzio.
Testo originale:
Noel: Christmas Eve 1913
Pax hominibus bonae voluntatis
A frosty Christmas Eve
when the stars were shining
Fared I forth alone
where westward falls the hill,
And from many a village
in the water’d valley
Distant music reach’d me
peals of bells aringing:
The constellated sounds
ran sprinkling on earth’s floor
As the dark vault above
with stars was spangled o’er.
Then sped my thoughts to keep
that first Christmas of all
When the shepherds watching
by their folds ere the dawn
Heard music in the fields
and marveling could not tell
Whether it were angels
or the bright stars singing.
Now blessed be the tow’rs
that crown England so fair
That stand up strong in prayer
unto God for our souls
Blessed be their founders
(said I) an’ our country folk
Who are ringing for Christ
in the belfries to-night
With arms lifted to clutch
the rattling ropes that race
Into the dark above
and the mad romping din.
But to me heard afar
it was starry music
Angels’ song, comforting
as the comfort of Christ
When he spake tenderly
to his sorrowful flock:
The old words came to me
by the riches of time
Mellow’d and transfigured
as I stood on the hill
Heark’ning in the aspect
of th’ eternal silence.