Ricordi della tradizione campanaria di Curno
Prezioso colloquio e intervista a Claudio Burini, classe 1929, campanaro sin dall’età di 8 anni presso la chiesa di Longuelo, a due passi dal territorio di Curno, dove presto è andato a risiedere. Si tratta di una memoria preziosa delle campane locali di Curno, del sistema di suono e del mondo agricolo legato al suono delle campane. Sin dalla tenera età, Claudio fu contadino insieme al padre e ai parenti: una vita di gioventù nei campi spesa e scandita dal suono delle campane, sin dal primo mattino fino all’ora del tramonto. La passione del nonno Paolo (1864-1942) e del prozio, quest’ultimo autentico campanaro di grandi abilità, sono penetrate nel suo sentire sensibile e si è mantenuta inalterata nel corso di tutta la sua lunga vita. Il prozio di Claudio, nato all’incirca nel 1890, era tranviere, aveva combatutto nella Prima Guerra Mondiale, ed era morto a 88 anni attorno al 1978. Dalla zona di Longuelo-Curno, quando il vento era favorevole, riconosceva bene le campane di Santa Maria Maggiore. Al tempo era d’uso congratularsi con i campanari a fine secuzione portando vino e panini alla base del campanile. Aveva suonato fino al 1950 circa.
Claudio Burini, di professione vigile urbano a Bergamo, da molti anni in pensione, presenta in questa chiacchierata molti ricordi e impressioni sulla tradizione del mondo delle campane e sul valore del suono. Il colloquio è accompagnato dall’amico Abele Foiadelli, classe 1947, anch’egli campanaro in gioventù a Curno, e, in sottofondo, da Manuela Magni, divulgatrice e promotrice degli incontri sulla riscoperta del suono delle campane rivolta alla maggiore età degli abitanti di Curno all’interno della manifestazione Felicittà.
Trenta minuti di riflessioni su un patrimonio che resta in alterato nel suo valore di bene immateriale da essere trasmesso e divulgato le nuove generazioni. Proprio nel corso del 2021, a Curno, è stata ripristinata la tastiera per il suono manuale delle campane, che diviene protagonista in occasione delle maggiori solennità. Un incrociarsi di casualità – tuttavia mai davvero casuali nel nostro progetto di tutela – che ha portato a poter riportare il suono dell’allegrezza e raccogliere memorie importanti di una zona limitrofa alla città di Bergamo che, da sempre legata nel passato al mondo contadino, ha ancora molto da raccontare per il patrimonio della memoria. Un sincero ringraziamento a Claudio Burini per la memoria trasmessa e ad Abele Foiadelli per averci permesso di entrare in contatto con un prezioso tesoro della nostra cultura popolare.