La tradizione delle pastorali natalizie
Le pastorali costituiscono uno dei momenti salienti del repertorio musicale e popolare, profondamente legato al tempo natalizio. Si tratta di un genere musicale decisamente radicato nel mondo delle campane, mondo che ha subito una profonda menomazione dei repertori locali a causa della scomparsa dei campanari storici nati tra ‘800 e ‘900 e dalla elettrificazione selvaggia dei concerti di campane. Tra gli anni ’90 e il decennio scorso è stato possibile raccogliere e salvare un buon numero di pastorali locali di cui non si avevano notizie. Casnigo, Gandino, Leffe, San Giovanni Bianco e Palosco sono alcuni tra le località che conservano gli esempi più interessanti di musiche pastorali per campane. Va detto che tra campane e cornamuse o baghèt bergamasco è sempre esistita a una continuità ineludibile, in quanto molti campanari erano baghetér e viceversa. Pertanto, le pastorali che ascoltiamo sui campanili provengono, in diversi casi, da brani che venivano eseguiti con il baghèt e che vengono ancora oggi riproposti in occasione del tempo natalizio.
La particolarità della musica delle pastorali sta nel fatto di essere conglomerati di frammenti di diverse melodie provenienti da danze popolari, canti sacri e singole composizioni, che vengono cucite insieme in una sorta di collage che ha la funzione di marcare il percorso che compiono i suonatori di baghèt, le bande e i bandì in occasione del tempo natalizio. Dobbiamo pertanto pensare che i suonatori che percorrono le vie dei paesi o delle città dovevano e devono avere un repertorio abbastanza ampio e articolato lungo il loro cammino. Tutto questo ha portato al coagularsi di diverse composizioni musicali all’interno di un’unica pastorale. Per questo motivo quando ci avviciniamo alle pastorali che abbiamo salvato e recuperato, possiamo notare come la loro natura sia composita, caratterizzata da pive e, frammenti di melodie religiose quali ad esempio Tu scendi dalle stelle, ampi brani lenti di carattere meditativo e, in genere, finali allegri.
Dietro tutto questo c’è un significato profondo, che sta nel narrare l’attesa della nascita del Bambino Gesù. Lo svolgersi dei vari frammenti ha una sorta di valore descrittivo episodico, mentre il frammento lento sta a indicare l’attesa seguito dall’allegro che esprime la gioia finale dell’avvento della nascita. La ricostruzione delle pastorali appare ed è apparsa in questi anni estremamente interessante per notare la natura composita dell’intera esecuzione e – grazie al recupero di frammenti di danze antiche di cui si è persa notizia – per comprendere lo svolgersi narrativo attraverso le note delle cornamuse bergamasche e delle campane. Si può dire che questo genere, che viene coltivato ancora oggi sulle campanine, ed ha anche uno sviluppo creativo, con la composizione, da parte dei giovani autori, di nuove pastorali, che sorprendono per il loro sapersi mantenere nell’alveo della tradizione, proponendo melodie originali che, pur nella novità della composizione, vanno a ribadire la struttura composita e il senso originario del messaggio che esse sono chiamate a portare.
Per chiudere questa riflessione, non vogliamo venire meno alla missione di diffondere i suoni attraverso la tradizione che perpetuano i nostri giovanissimi.
Proponiamo una Pastorale di Zanica, composta da Paolo Cattaneo, in versione audio.
Segue una Pastorale di Villa d’Adda, composta lo scorso anno da Sebastian Losa. Buon ascolto sul solco della tradizione delle pastorali, ventaglio d’immagini che non smettono di stupire.