Memoria del campanaro di Villa d’Almè Faustino Perico (1927-2016)

Oggi 15 febbraio si celebrano i santi Faustino e Giovita. Il pensiero va a Villa d’Almè, che oggi celebra il suo patrono, e al campanaro Faustino Perico, che abbiamo conosciuto nel 2006 e che morì dieci anni dopo, nel 2016. Non abbiamo mai scritto su questa figura particolare di campanaro appassionato e di una zona geografica che si pone a cerniera tra la Media Valle Brembana, ricca di tradizioni, e la zona che conduce tra il fondo o il principio (da dove si guardi) della Valle Brembana e Bergamo, in particolare con le aree di Almè, Sorisole e Ponteranica, zone ricche di campanari, di cui si è cercata di recuperare memoria negli ultimi anni. Faustino nasce nel 1927 e lavora come contadino sino al pieno Secondo Dopoguerra. I racconti di ragazzo lo portano nei campi a lavorare e allo stesso tempo ad ascoltare la musica delle campane che veniva eseguita a festa in occasione dei battesimi. I battesimi – che si tenevano sempre a pochissimi giorni di distanza dalla nascita dei bambini, per timore che morissero senza avere il sacramento primordiale – erano quelle occasioni infrasettimanali in cui si ascoltava il suono dell’allegrezza, arte secolare che tra fine ‘800 e l’inizio del Novecento venne portata avanti dal campanaro Giuseppe Carminati, di cui abbiamo il nome ma non altra memoria. Il nostro giovanissimo Faustino, ascoltando le campane suona la festa, lasciando il lavoro correva al campanile, dapprima ascoltando ai piedi della torre, e poi spesso salendo ed aiutando ad agganciare le campane per il suono a festa.

Faustino Pe4ico con le sue ‘campanine arpa’

Una passione coltivata negli anni e custodita con grande meticolosità – rilevando il campanaro Giuseppe Carminati nel 1948 – sino al momento dell’automazione delle campane. Faustino apprende dal campanaro Carminati una decina di suonate, che sono valzer, marcette e modelli di un repertorio che rientra nell’ambito delle musiche suonate comunemente nelle feste, parte del grande alveo della tradizione popolare. Colpisce di Faustino la vivacità del racconto, la destrezza del movimento e soprattutto la grande fantasia nel saper elaborare e rielaborare gli attrezzi a disposizione. Ricordo che nella visita fatta nel 2006 e a casa sua. La dimora era piena di attrezzi e ingegnosi e curiosi, rientrando così nell’ambito di tutti i bizzarri suonatori di campane, artigiani di se stessi e degli oggetti che li circondano. Nel momento in cui venne automatizzato il concerto di otto campane e rimossa la tastiera, agli inizi degli anni Settanta, questa finì nella casa del parroco, il quale la lasciò abbandonata, non facendosene nulla. Fu così che Faustino ebbe l’illuminata idea di recuperare la tastiera e di riconvertirla in strumento suonabile, vale a dire una vera e propria tastiera dotata di campane tubolari per poter continuare l’esercizio dell’allegrezza. E, allo stesso modo, costruttore di campanine di vario tipo tra cui una sorta di ‘campanine arpa’ che costituiscono uno dei suoi pezzi più riusciti.

 Faustino era solito passare le estati in Alta Valle Brembana, a Cusio, presso l’Albergo Pierino, ed è stato così che nei primi anni 2000 ne abbiamo fatto conoscenza a Roncobello, in occasione delle visite guidate che si tenevano periodicamente per illustrare il patrimonio delle campane ai villeggianti. Vedere un altro suonatore storico di campane, insieme a Giulio Donadoni, è stato sicuramente di grande stimolo per i giovani e per i ricercatori al fine di cogliere una continuità che ha trovato soluzione nei tempi più recenti, ritrovando il patrimonio dei campanari di Sorisole, che a loro volta fanno da ulteriore raccordo con il contesto urbano. Faustino Perico ci ha lasciati nel 2016 ma la sua testimonianza resta ancora viva e da riscoprire, come si può dedurre dal breve filmato in cui racconta la sua testimonianza musicale e dal video in cui presenta una delle sue suonate salvate raccolte dalla memoria di Giuseppe Carminati. Un sincero grazie in occasione del tuo onomastico, Faustino, e buona suonata in cielo!

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