Campanine in concerto nella contrada di Arnosto

Fuipiano Imagna. Contrada di Arnosto. Sabato 29 luglio 2023. Concerto di campanine della Federazione Campanari Bergamaschi per Bergamo Brescia Capitale 2023. La tradizione del suono delle campanine giunge nel punto più alto della Valle Imagna e, in particolare, nell’incantato borgo di Arnosto, i cui tratti arcaici fanno da perfetta cornice per la riscoperta di una delle tradizioni maggiormente radicate nel mondo musicale popolare bergamasco, coltivata da una comunità di pratica che non ha conosciuto soluzione di continuità. La tradizione del suono delle campane vanta una lunga storia nella terra orobica, diffusa nelle valli bergamasche, nella pianura, nella città di Bergamo e nelle zone lacustri.

Uno scorcio della contrada di Arnosto

In particolare, per rifarci alla tradizione più nobile delle campane, è sufficiente citare il maestro Gianandrea Gavazzeni con il volume Le campane di Bergamo (edito non casualmente nel 1963, sessant’anni fa), le cui origini valdimagnine andavano a combaciare con le origini materne di Martinengo, concretizzatesi nella storica famiglia dei fonditori di campane Monzini. Ai molteplici tratti del paesaggio sonoro e dell’arte della memoria intende rendere omaggio la Federazione Campanari Bergamaschi con i risuonatori di vetro e metallo e ottone in concerto, raccontando una tradizione plurisecolare attraverso brani provenienti da diverse aree della bergamasca.

Concerto al Santuario della Cornabusa sabato 11 settembre 2021.

Un repertorio raccontato e commentato per poter illustrare attraverso note e riflessioni una musica che si perpetua attraverso le mani dei più giovani. La Federazione Campanari Bergamaschi, che si esprime ad Arnosto attraverso una rappresentanza delle sue scuole campanarie, conta circa duecento persone tra associati e volontari che collaborano con l’ente, e si occupa della tutela e del rilancio del suono manuale delle campane delle terre orobiche. Fuipiano vanta un concerto di otto campane in Re3 fuso dalla Fonderia Capanni di Reggio Emilia nel 1965, dotato di doppio sistema per il suono manuale ed elettrico. Proprio il doppio sistema elettrico-manuale è una delle maggiori conquiste portate avanti dal 2000 ad oggi dall’associazione, proprio con l’obiettivo di recuperare i repertori campanari locali, formare nuovi suonatori e animare le solennità con il suono a mano, che non può mai essere pareggiato dal movimento elettrico delle campane, monotono e ripetitivo in quanto impostato da tecnici su computer. La creatività del musicista si esprime dunque non solo su pianoforte, violino, flauto e organo, ma anche attraverso il suono dei bronzi, che sono manufatti artistici e strumenti sonori di straordinaria potenza, che chiamano e richiamano le comunità nei vari aspetti della loro vita sociale. Le nascite, i battesimi, le comunioni, le cresime, i matrimoni e i funerali sono le tappe della vita che vengono, nella maggior parte dei casi, segnati dal suono delle campane.

Suono duro a morire nonostante le sempre crescenti proteste e intolleranze, soprattutto dopo la pandemia del Covid. Ma il suono delle campane, che, come ha detto il musicologo scozzese Martin Mayes, si proietta nel tempo e dello spazio, toccando inevitabilmente le nostre sensibilità – come sottolineato dal nostro associato Don Taddeo Rovaris – e obbligandoci in qualche modo a una risposta, sia essa di accettazione o rifiuto. Proprio a questa risposta fa riferimento la Federazione Campanari Bergamaschi, con un’esibizione musicale che intende lanciare un messaggio di ritorno all’ascolto dei suoni del paesaggio, tra cui le campane occupano un ruolo assolutamente primario. Per informazioni sulle attività formative e concertistiche della Federazione Campanari Bergamaschi, consultare il sito www.campanaribergamaschi.net o scrivere all’indirizzo info@campanaribergamaschi.net

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