‘Paesaggio sonoro con campane’. Rintocchi di Valleve.
Il concetto di ‘paesaggio sonoro’ costituisce uno dei temi più interessanti per la riscoperta del suono delle campane all’interno del contesto odierno. Parlare di ‘paesaggio sonoro’ significa porre l’orecchio a tutti gli elementi che costituiscono il mondo che circonda la nostra percezione uditiva, sia esso il canto degli uccelli, un aereo, una moto, voci di strada, voci da casa, ma anche il suono delle campane. Questo suono, così bistrattato negli ultimi decenni in quanto classificato come agente di disturbo dell’ambiente, va riscoperto in tutta la sua dimensione. Non facciamo riferimento unicamente alla capacità di richiamare, attraverso la torre campanaria, agli eventi che segnano la nostra esistenza, come i battesimi, comunioni, cresime, matrimoni e morte. Parliamo, piuttosto, del suono in sé e delle sue caratteristiche. Tuttavia, nei centri di maggiore dimensione, sfumano e si perdono all’interno del contenitore abitato con i suoi diversi agenti sonori. Ben diverso è il significato e il ruolo del suono delle campane nelle dimensioni più isolate, In particolare quelle alpine o montane, dove la roccia fa da eco e riproduce il suono, assurgendo al ruolo di cassa armonica del complesso campanario. Uno dei casi più interessanti è costituito dal concerto campanario di Valleve, con cinque campane fuse nel 1954, vale a dire 70 anni fa, la cui torre campanaria, posta con la chiesa parrocchiale all’ingresso del paese, dialoga con le montagne circostanti in modo sorprendente. Vale davvero la pena poter visitare Valleve e ascoltare le sue campane suonare in occasione degli eventi religiosi. La registrazione che offriamo in questo caso, realizzata nella zona del fiume, volessero la testimonianza di quanto possa essere ascoltato e di quanto poteva essere ascoltato un tempo, quando l’opera della tecnologia meccanica non si era ancora posta in competizione sonora con lo strumento campana. Molto si può dire sul ruolo delle campane e sul loro possibile destino nell’era della salvaguardia dei beni di nicchia. Sta di fatto che la testimonianza che offriamo in questo video prova come le campane proiettino nel tempo e nello spazio la propria esistenza e il proprio messaggio, che va al di là di ogni credo e di ogni dimensione fideistica. La Federazione Campanari Bergamaschi ha fatto del paesaggio sonoro uno dei capisaldi del proprio lavoro e ha visto da parte della Regione Lombardia un importante riconoscimento nel 2015, rendendo il patrimonio delle campane bergamasche, e il loro suono manuale, Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine. ‘Paesaggio sonoro con campane’ continua a essere un tema vivo e interessante che va a toccare la sfera dei soggetti più sensibili, coloro che colgono come la campana sia strumento che viaggiatore nel tempo e che segna il tempo con i suoi accadimenti. Buon ascolto a tutti.
Sul tema del paesaggio sonoro, rimando all’intervista con il maestro Giorgio Nottoli presente su YouTube al seguente link. Segnalo inoltre il sito paesaggiosonoro.it