Campanari del Cielo. I suoni della memoria.

I nostri campanari del cielo tornano ogni anno a visitarci con la loro memoria e la loro opera plurisecolare. È il momento di ricordare i defunti e, in questa circostanza, i campanari storici della nostra tradizione, che hanno speso la loro vita con enorme passione nel coltivare e nel comunicare la dedizione al suono delle campane. Ricordiamo nel presente 2024 i cinquant’anni della morte del campanaro di Sorisole Clemente Stecchetti (1901-1974) e i 100 anni dalla nascita del campanaro di Nembro Giovanni Botti (1924-2002).

Clemente Stecchetti al suono d’allegrezza

La ricorrenza che portiamo nella memoria rimanda alla grande opera di determinazione di questi maestri del suono, che molto hanno dato e molto stanno dando alle nuove generazioni con la loro tecnica e la loro potenza musicale, salvaguardata attraverso video e registrazioni che possiamo trasmettere ai nuovi suonatori. Il messaggio più intenso che possiamo portare in queste circostanze è proprio quello della continuità del mantenimento della tradizione attraverso un’analisi attenta di quelli che sono gli stili di suono dei singoli musicisti, che ci hanno trasmesso le loro conoscenze e le loro abilità con assoluta semplicità e immediatezza. Pensiamo in questo caso ai campanari che abbiamo avuto di possibilità di conoscere di persona, caratterizzati da una modalità esecutiva assolutamente inimitabile. Lorenzo Anesa, Giulio Donadoni, Tarcisio Beltrami, Faustino Perico e molti altri che abbiamo potuto filmare, rappresentano, con il movimento delle braccia del corpo e delle mani, un esempio di stile davvero unico, una memoria storica di essi stessi sono diventati strumento portatore.

Campanine restaurate di Clemente Stecchetti

Possiamo così riassumere le qualità di queste grandi suonatori: assoluta padronanza tecnica dello strumento, grande espressività delle melodie proposte, lucida memoria sugli esecutori e sul contesto storico che hanno caratterizzato il loro apprendimento, disponibilità ed entusiasmo nel condividere le conoscenze acquisite nel corso di una vita di suono. Tutte queste caratteristiche fanno dei nostri campanari del cielo autentici esempi per chi voglia avvicinarsi a questa tradizione luminosa proseguendo sulla loro scia per conservare nell’era del digitale dell’intelligenza artificiale, la freschezza e l’inevitabile inventiva del suono prodotto dall’uomo. Buona festività dei santi e dei defunti a tutti. 

Suonata d’allegrezza di Gandino per la Solennità di Ognissanti. Si tratta della terza delle tre suonate di Gandino tradizionalmente eseguite per la Solennità di Ognissanti. Suonata appresa da Lorenzo Anesa, che a sua volta aveva imparato il brano da Andrea Castelli. Suonata eseguita sulle campane di Rovetta. 31 ottobre 2024.

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