I cinque bronzi di Pozzo d’Adda in festa con i campanari bergamaschi
Festa di campane a Pozzo d’Adda in occasione delle cinque preziose produzioni della Bianchi di Varese restaurate e recuperate al suono manuale. Dotate di preziosi ceppi Corti di Monza e collocate nel cortile dell’Oratorio della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate le campane Bianchi del 1912 hanno suonato a tastiera e a distesa in mattinata e nel pomeriggio facendo da contorno alla Messa per la Festa dell’Oratorio e agli eventi pomeridiani per i bambini e gli adolescenti.
I giovanissimi della Federazione Campanari Bergamaschi hanno proposto suonate d’allegrezza della Valle Seriana e Valle Gandino, in questo caso offrendo il repertorio più antico – vale a dire proveniente dai campanili che erano dotati di soli cinque bronzi – con vigore in costante rinnovo per una musica che non pare conoscere limiti anagrafici.
Il suono delle campane e delle campanine ha coinvolto pienamente i bambini delle classi di catechismo, presenti in occasione della festa: silenzio totale per l’ascolto delle campanine, seguito da una fila ordinata e curiosa di cimentarsi cui cinque tasti del carillon manuale, che ha rivelato la felice timbrica di un concerto scampato alla requisizione bellica.
Durante la celebrazione i ragazzi della Federazione hanno eseguito all’Offertorio la Marcia Solenne di Leffe e al termine della Comunione un adattamento per metallofoni dell’Ave Maria di Lourdes. Al mezzogiorno, salutato dal suono delle campane a scala, ha fatto seguito, nel pomeriggio, il suono delle campanine con un informale concerto per i presenti con brani ballabili della tradizione seriana e brembana.
Come spesso accade in queste circostanze, sono i campanari anziani e storici ad avvicinarsi alle campane e alla campanine per ricordare la loro esperienza giovanile: ritratti sovente carichi di fascino, capaci di catapultare la memoria e l’immaginazione ai primi anni del Secondo Dopoguerra, epoca di autentico risorgimento della tradizione del suono manuale delle campane dopo la spoliazione bellica.
Il campanaro di Pozzo Francesco Biffi, classe 1928, ha ricordato in una breve intervista come le campane venissero suonate ‘al botto’ – come accade nei paesi della zona confinante con la diocesi di Bergamo a qualche chilometro oltre Adda – che in occasione del Natale si saliva a suonare la Piva sulla tastiera. Clicca qui per vedere una breve intervista sulla tradizione storica locale.
L’intrattenimento pomeridiano sulle campanine ha fatto da sottofondo alla festa, che dopo il momento di preghiera ha visto nuovamente protagoniste le campane e scala. Indubbiamente un buon intervento di recupero per una zona che può senz’altro produrre nuovi suonatori di campane: i paesi del decanato mantengono il legame con Bergamo per la tradizione del suono al botto, facendo così da cerniera tra l’area orobica e la provincia ambrosiana. L’intenso stimolo dato dal Parroco Don Marco Galli verso il recupero del suono manuale delle campane potrà essere un seme per possibili nuovi giovanissimi campanari nella zona. Clicca qui per accedere a un video riassuntivo degli interventi con le campanine e sulle campane del 1912.
‘La Gazzetta della Martesana’, infine, ha seguito l’evento riportando la giornata in una articolo con fotografia. Ringraziamo per questo l’Architetto Ravasio, che si è prestata per l’organizzazione della giornata.