Suoni funebri per il clero nella tradizione bergamasca: San Pietro d’Orzio
All’interno della diocesi di Bergamo, il suono funebre costituisce uno degli elementi maggiormente peculiari della tradizione sonora locale, con modalità profondamente diverse da paese a paese, obbedendo a insegnamenti secolari tramandati oralmente. Il significato del suono delle campane, autentico strumento di comunicazione ancora valido e vigente nella società tecnologica, si differenzia profondamente a seconda delle circostanze che riguardano la comunità e ancor più nel caso della morte di un suo membro. Maggior rilievo e articolazione del suono si ha quando il suono è dedicato a un sacerdote, che nei centri pianori e montani ha sempre svolto un ruolo preminente.
Vediamo la sequenza completa dell’esecuzione:
1- Per prima cosa le campane vanno tirate in piedi una alla volta facendo battere tre volte ogni campana.
2- Si fa scendere una campana alla volta riportandola sempre in piedi dalla più piccola alla più grossa.
3- Si suonano la 1 e la 3 campana senza andare al botto. Poi la 2 e la 4 anche queste senza andare al botto e poi la 3 e la 5 senza andare al botto.
4- Si fa scendere una campana alla volta riportandola in piedi dalla più grossa alla più piccola.
5- Si alternano ancora 1 e 3, 2 e 4 , 3 e 5.
6- Si ripetono i punti 2 , 3 e 4.
7- Si fanno scendere una alla volta le campane alternate dal campanone.
8- Si ripete il punto 2.
9- Si lasciano andare prima le due piccole , dopo la terza e la quarta, seguite dal campanone lasciandole fermare.
Questo tipo di suonata, come tutte le altre suonate che vanno eseguite nella parrocchiale di San Pietro sono state insegnate dall’ex sacrestano (soprannominato ‘Angel de trenda’) della chiesa locale, il quale ha svolto il suo lavoro per più di dieci anni, imparando a sua volta da ex sacrestani. Queste tradizioni sono tutt’ora tramandate oralmente di generazione in generazione.
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