Cronache campanarie: baby campanari in festa per riscoprire la tradizione
Piccoli campanari all’opera a Foresto Sparso, in occasione della tradizionale castagnata annuale della Federazione Campanari Bergamaschi, per apprendere le tecniche del suono a distesa. Sabato 14 ottobre 2017, nelle ore pomeridiane illuminate da un sole estivo, le cinque campane della chiesa di San Michele hanno dondolato per ore alla ricerca della corretta combinazione sonora per ottenere il tradizionale ‘botto bergamasco’ che dal 1700 caratterizza il sistema ambrosiano in terra orobica. I nuovi allievi della Scuola Campanaria di Scanzo si sono cimentati nel controllo della corda, nell’ascolto del comandi e nella realizzazione delle scale: un procedimento per nulla banale che richiede coordinazione fisica, ascolto delle istruzioni e del suono del bronzo, nonché spirito di gruppo per imparare a lavorare con gli altri.
Un’attività descrivibile come atto di una ‘comunità di pratica’ che, nella sua concezione, si è radicalmente allontanata dai tempi pre e post bellici, quando i campanili venivano assaliti dai ragazzini, non essendoci nei paesi altro divertimento in occasione delle feste, e severissima selezione delle migliori mani a disposizione. Con lo stravolgimento dei ritmi di vita, la campana torna a essere mezzo di aggregazione e attività di gruppo, che può essere letta sotto il profilo culturale e di fede. Un apporto marcatamente sociale il cui suono attira inesorabilmente i più piccoli verso una dimensione criptica – quella del campanile – che è nata per comunicare al mondo la vita della comunità, scandendo l’esistenza dell’essere umano nelle sue varie fasi.
Tra un suono e l’altro delle campane, ricca castagnata per bambini e genitori, che all’interno dell’associazione stanno divenendo una componente sempre più importante, seguendo le avventure campanarie dei figli e, in casi non rari, appassionandosi e divenendo suonatori anch’essi. Indagando nelle passioni dei nostri giovanissimi, scopriamo che nonni o bisnonni erano campanari e che i parenti suonano qualche strumento musicale, il che inevitabilmente stimola ad arricchire il percorso di spunti per ‘condire’ il suono delle campane con altri ingredienti rilevanti.
La castagnata è stata accompagnata dal suono delle ‘campanine’, i risuonatori bergamaschi in vetro, metallo e ottone impiegati per apprendere le tecniche del suono a tastiera in cima al campanile, oggi utilizzati ampiamente per i concerti di carattere divulgativo: un modo per coinvolgere sin dall’inizio gli allievi delle scuole campanarie, che non si limitano a un saggio finale di fine corso, ma giocano, sin dall’inizio, il ruolo di attori importanti partecipando ai concerti che si tengono nel territorio della diocesi. La giornata si è chiusa con una pizzata comunitaria presso l’oratorio di Sarnico, dove il suono delle campanine e i canti hanno avuto grande spazio, confermando ancora una volta il ruolo principe della musica come mezzo di educazione e socializzazione. La campana aggiunge a questo titolo già conosciuto il ruolo di riscoperta di una tradizione antica imperniata sull’oralità, sul lavoro della memoria e sulla rivalutazione di un patrimonio intergenerazionale, che vede suonatori dai 6 ai 90 anni eseguire lo stesso gesto su piastre di vetro, metallo e ottone per ricordare quanto trasmesso dai propri avi. Un’arte mai scomparsa che trova continuamente nuova linfa nelle giovani creature campanarie, che si avvicinano all’associazione dopo aver frequentato il materiale che viene postato sui canali multimediali disponibili in rete. Per informazioni sulle attività delle scuole, corsi, contenuti e tempi, contattare luca.fiocchi@libero.it