Cronache campanarie: Valnegra in festa per i bronzi restaurati
Grande successo per le campane in piazza a Valnegra domenica 25 marzo 2018. Una piazza gremita di gente al termine della Santa Messa per la benedizione delle campane restaurate, lavoro ad opera della ditta Festoni di Coccaglio con la collaborazione di Elettrocampane di Caravaggio. L’Arciprete don Alessandro Beghini ha introdotto il valore dell’opera di salvaguardia di uno dei manufatti più importanti che il centro brembano possa annoverare. 5 campane in Do maggiore, tre delle quali fuse da Prùneri di Grosio nel 1899 e due da Cavadini di Verona nel 1949, reintegro a seguito della spoliazione durante la Seconda Guerra Mondiale. All’introduzione di don Alessandro Beghini ha fatto seguito la presentazione da parte del presidente della Federazione Campanari Bergamaschi, Luca Fiocchi, del progetto di restauro della struttura.
Il presidente ha sottolineato l’importanza del progetto di riscoperta della tradizione del suono delle campane della diocesi di Bergamo, un tesoro che oggi è tutelato dalla Regione Lombardia come Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine e iscritto nella lista dei patrimoni immateriali della regione stessa. I lavori, ricorda il presidente, iniziarono nel 2010 con la necessità dell’automazione delle campane a seguito dell’improvvisa scomparsa del sacrista Pierino Pizzamiglio. I lavori vennero presto interrotti e a ciò fece seguito il blocco per motivi di pericolosità di due delle campane del concerto, unitamente alla scoperta del degrado della struttura della torre campanaria. Grazie a un bando della Regione Lombardia che motivava il restauro di beni immobili su progetti di carattere culturale, il supporto dell’associazione è apparso di fondamentale importanza per l’approvazione dell’erogazione dei contributi per la messa in sicurezza della struttura campanaria: sia all’interno, con il rifacimento della scala per accedere alla cella stessa, che all’esterno, con il rinforzo della parte muraria.
Con quest’opera di salvaguardia il campanile ha riacquisito il colore e l’eleganza originale in armonia con gli edifici di orientamento Liberty disposti lungo lo snodarsi della via all’interno del paese. I fabbricieri di un tempo avevano saputo scegliere con gusto il prodotto di una delle fonderie più prestigiose della Lombardia, andando in Valtellina per acquistare bronzi riccamente decorati. La spoliazione bellica operata da Mussolini nel corso del secondo conflitto mondiale aveva portato alla privazione della prima e della quinta campana, reintegrate nel corso del dopoguerra attraverso l’operato del Ministero dei Trasporti, ente allora incaricato di restituire a ciascuna parrocchia la quantità di bronzo che era stata asportata nel corso della guerra.
L’ammaloramento delle parti murarie, il decadimento della struttura in ferro e ghisa, il venir meno delle condizioni di sicurezza per un suono agevole hanno condotto alla decisione di un rifacimento integrale con restauro delle parti metalliche e profonda sostituzione di tutte le parti relative alla movimentazione delle campane. Come da tradizione, la benedizione ha visto la presenza dei padrini, legati per via di parentela a quelli di un tempo. La campana maggiore ha avuto come madrina l’intera comunità, mentre le altre campane hanno avuto come nuova dedicazione i patroni dei paesi facenti parte dell’unità pastorale.
Il momento ufficiale ha visto la presenza dei sindaci di Valnegra (Virna Facheris), Moio de’ Calvi (Paolo Agape) e Roncobello (Andrea Milesi). Conclusa la presentazione e la benedizione delle campane, come è possibile vedere dai video all’interno di questo articolo, ha avuto inizio il suono dei bronzi. Protagonisti sono stati gli associati della Federazione Campanari Bergamaschi, che raccoglie un’alta percentuale di bambini e adolescenti impegnati in un’opera importante di recupero della memoria storica. Come da tradizione, il suono delle campane si è accoppiato a quello delle campanine, risuonatori in vetro, metallo e ottone che i campanari utilizzano per apprendere il suono a tastiera che viene eseguito in cima al campanile in occasione delle solennità. Una festa molto riuscita nell’assoluta semplicità e spontaneità delle iniziative che vengono condotte nell’Alta Valle Brembana.
Mantenendo lo spirito di un tempo, si è riproposto il clima di festa del secondo dopoguerra. Dal 1954 non si assisteva più in Alta Valle a un restauro campanario di una certa rilevanza. Il contesto alpino ha esaltato il valore del recupero e sottolineato la rilettura del paesaggio sonoro dei piccoli centri, in cui il rintocco dei bronzi torna a svolgere un ruolo preminente.
Con la messa in sicurezza del concerto e il suo riposizionamento sul campanile, hanno inizio le opere definitive per la produzione del suono: in particolare, l’installazione del doppio sistema per il suono manuale ed elettrico, un ausilio che non elimina in alcun modo l’arte del suono manuale come disposto sin dai primi anni del nuovo millennio dalla Curia Diocesana di Bergamo attraverso i documenti pubblicati dalla Commissione Tecnica per le Campane dell’Ufficio di Musica Sacra. Sarà quindi nel corso delle prossime settimane e della solennità di Sant’Antonio che le campane di Valnegra torneranno a suonare secondo l’antico sistema della tradizione. La Federazione Campanari Bergamaschi ringrazia la comunità di Valnegra per l’accoglienza avuta e per la targa in riconoscimento allo sforzo compiuto. Un grazie a tutti i volontari della nostra associazione che si sono adoperati per l’ottima riuscita della giornata: genitori, sostenitori, giovanissimi e ragazzi della Scuola Campanaria di Roncobello, nata nel settembre del 2000, che sono tornati all’opera per l’occasione. Prossimi appuntamenti a Valnegra sulle pagine del nostro sito.