Cronache campanarie: la tradizione si racconta a Brescia

fcb-02Vivace incontro sul tema delle campane presso la Fondazione Civiltà Bresciana nel cuore della città della leonessa. Massimo Ziliani, Davide Zanella e Luca Fiocchi hanno illustrato il progetto di riscoperta del suono manuale dei bronzi con particolare attenzione per le attività svolte nella Diocesi di Brescia nel corso dell’ultimo decennio: molti concerti di campanine in pianura e nelle valli, corsi di campanine, laboratori musicali campanari; attività che hanno aiutato a far acquisire una coscienza sul valore della tradizione campanaria. Il passo da compiere, ora, è la costituzione di scuole che coinvolgano giovani in un progetto di grande importanza per la rivalutazione di un patrimonio musicale e storico. Massimo Ziliani, restauratore del legno e costruttore di campanine, ha illustrato la fisionomia dei particolari idiofoni bergamaschi, che sono serviti in passato e ancora servono i campanari per esercitare i brani che vengono eseguiti a tastiera in cima al campanile nei giorni di festa. Particolare enfasi è stata data al fatto che il patrimonio del suono delle campane a tastiera sia interamente orale e che solo negli ultimi decenni si sia andato trascrivendo il patrimonio per poter essere insegnato alle nuove generazioni. Le campane si confermano come strumento che si proietta nel tempo e nello spazio: nel tempo perché i campanari di oggi non fanno altro che ripetere il gesto che veniva eseguito ancora nel XVIII secolo; nello spazio per il fatto che la campana è uno straordinario strumento di comunicazione sociale, i cui effetti si riscontrano in tutti gli eventi storici dei piccoli e dei grandi centri italiani ed europei. Suoni di festa, richiami per le celebrazioni liturgiche, suoni a morto e a martello per le calamità. La campana ha dimostrato nel corso dei secoli di essere uno strumento di comunicazione antesignano rispetto ai grandi media.

fcb-01L’opera di oggi consiste in una rivalutazione della qualità di tale suono sotto il profilo sociale, educativo e culturale. Numerosi gli interventi del pubblico, che hanno rivolto domande sui meccanismi del suono a corda e la tastiera. Molto interessanti i ricordi dei presenti sulle tradizioni del suono delle campane in Valle Sabbia e in Valcamonica, cui si sono affiancate numerose considerazioni sul ruolo sociale e storico della campana ieri e oggi. Il presidente della Fondazione ha manifestato vivo apprezzamento e ha dichiarato interesse per l’organizzazione di concerti di campanine in Valle Sabbia, sua terra natale. Un vivo ringraziamento alla signora Clotilde Castelli per aver promosso l’intervento e un sincero grazie a tutti i partecipanti, che portano a casa una fetta di tradizione viva e pulsante nelle mani dei più giovani. Un progetto più volte promesso in terra bresciana e che speriamo possa davvero concretizzarsi nei prossimi tempi. Per informazioni sulle attività della Federazione Campanari Bergamaschi, contattare: luca.fiocchi@libero.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *