Ricordo del sacrista e campanaro di Lenna Sergio Gozzi
Articolo di Luca Fiocchi
Ci ha lasciati in questi giorni Sergio Gozzi di anni 93, sacrista storico del Santuario della Coltura di Lenna, classe 1926. Una delle figure emblematiche del XX secolo nel servizio alle chiese di Lenna e Piazza Brembana, fu per molti anni fu sacrista a San Martino oltre la Goggia (abitava con la moglie nello spazio che è attualmente sede della banda) e per diversi decenni tenne le chiavi del Santuario. Fu campanaro e maestro sacrista del nostro associato Paolo Riceputi, attuale sacrista e campanaro della stesso santuario, il primo allievo della Scuola Campanaria di Roncobello dal settembre del 2000 insieme a Francesco Begnis.
Sergio Gozzi fu memoria storica che lasciato una grande eredità e testimonianza di fede e dedizione sia alle le campane che alla chiesa. Il nostro Paolo Riceputi, che ha iniziato a suonare alla fine degli anni ’90, ha raccolto da Sergio un repertorio semplice ma significativo dell’Alta Valle Brembana, tra cui un piccolo valzer che riproduciamo qui in un documentario della Regione Lombardia eseguito da Francesco Begnis di Lenna.
Paolo Riceputi ricorda il primo episodio in cui vide Sergio Gozzi suonare a tastiera, stile di suono che in Alta Valle Brembana viene detto ‘a martello’, espressione che in origine veniva impiegata per il suono d’allarme in caso d’incendi o temporali. Sergio aveva mantenuto quest’antica usanza. Racconta Paolo: ‘Una volta ero a giocare nei prati con un amico. Arrivava il temporale e sentivamo suonare a martello. Eravamo saliti a vederlo.. Era lui che suonava. Era la prima volta che son salito su quel campanile.’
I suoni, ricorda Paolo, non erano articolati in forma di melodia, ma era probabilmente quella modalità espressiva che stava a differenziare il segno della festa da quello dell’allarme. Il segnale che veniva dato un tempo serviva ai contadini per far rientrare il bestiame nelle stalle, gli animali da cortile nei pollai, ritirare il fieno e tutto quello che poteva ‘andare in malora’.
Paolo racconta di avere iniziato a servire in chiesa in seconda elementare: Ho iniziato a fare il chierichetto nel mese di maggio (ero un eccezione perché s’iniziava in terza elementare dopo la Comunione). Ai tempi la messa era alle otto di sera; alle sette e mezza ero là, a volte prima di lui per aiutarlo a suonare le campane. Il primo che mi ha insegnato è stato proprio lui, nel 1998. E mi diceva sempre che le chiavi sarebbero andate a me dopo di lui. Sergio passava molte ore in chiesa a sistemare i fiori, specie nel periodo in cui si avvicinava la festa della Madonna della Coltura. Abitava alla Contrada Oro e veniva sempre giù in bicicletta. Aveva avuto diverse difficoltà nella vita. Lutti importanti in famiglia. Eppure la fede non l’ha mai persa. Aveva la fede di una volta. Grande e salda fede. Anche dopo le disgrazie. La Madonna era sempre al primo posto con la famiglia.
Per ascoltare il suono funebre tradizionale del Santuario della Coltura, clicca qui.
Nel 2006 il castello campanario della Coltura era stato restaurato completamente e ricordiamo che per l’occasione Sergio era salito a fare ancora qualche melodia per provare il concerto rinnovato. Con aria commossa, sforzandosi di ricordare ciò che i dolori gli avevano cancellato, aveva suonato la filastrocca della Teresa di pom, una delle più belle monferrine che il repertorio campanario bergamasco conservi. Questa è l’immagine di un uomo simpatico, disponibile, umile e molto devoto, un vero esempio per chi vuole essere sacrista oggi. La nostra associazione si stringe attorno alla famiglia e alla comunità di Lenna. La memoria di Sergio resterà sempre in noi nella sua sincera devozione. Arrivederci Sergio, suonerai le campane in Paradiso per tutti i santi e per la Madonna della Coltura.