Il suono funebre della memoria: 18 marzo 2020-18 marzo 2021
18 marzo 2020-18 marzo 2021. Un anno fa la terra di Bergamo prendeva drammaticamente coscienza della violenza del Coronavirus, che si portava via parte della popolazione colta da una malattia ancora sconosciuta. In maggioranza erano anziani ricoverati negli ospedali, residenti nelle case di riposo o ammalati in casa. Ciò che creò stupore e sgomento fu la fila di carri militari che trasportavano le bare dei nostri cari: da qui nacque la consapevolezza di un dramma Qui si sarebbe dovuto porre rimedio in modo deciso e contro il quale ancora oggi si sta combattendo a fatica, con molti tentativi e altrettante incertezze. Se è vero che il suono delle campane è uno degli elementi del paesaggio antico e moderno, è pur vero che il suo rintocco si presta a diverse circostanze, da quelle festose a quelle più tristi. Proprio nel periodo Covid del marzo 2020 in molti posti si era deciso di interrompere il suono delle campane funebri perché creavano un clima di eccessiva angoscia. Non è un dato nuovo. Se si va a leggere la raccolta di documenti storici dei secoli passati, già durante le passate epidemie il suono delle campane era stato sospeso proprio per non acuire ulteriormente l’aria drammatica che pervadeva le nostre terre. L’evento che si terrà stasera alle ore 20:00, proposto dalla Diocesi di Bergamo, vuol essere un ricordo, un omaggio e una testimonianza a chi non c’è più. Non possiamo assolutamente dimenticare i sacerdoti che abbiamo perso nel mese di marzo dello scorso anno: tra tutti tengo a ricordare Don Giuseppe Berardelli, Arciprete di Casnigo, che fu uno tra i primi a intuire l’importanza di ripristinare il sistema di suono manuale delle campane. Ricordiamo poi anche Don Umberto Tombini, che per molti anni fu parroco a Grumello de’ Zanchi e fu grande sostenitore della continuità del suono manuale delle campane nell’epoca sempre più tecnologica che dalla fine degli anni ‘90 si affacciava nella nostra società.
Il suono funebre verrà proposto in tutte le parrocchie, in parte suonato manualmente in parte elettricamente. A Nembro, uno dei centri più colpiti dall’epidemia del Coronavirus, tutti i campanili suoneranno coordinati dai responsabili della nostra associazione. Altri luoghi della bergamasca in cui risiedono i nostri associati replicheranno con altrettanta emozione: citiamo come esempio Ardesio, Santuario di Almenno San Salvatore, Parrocchie di Brembate Sopra, Valtorta, Sorisole, Vall’Alta di Albino. Teniamo a ricordare che il suono funebre, come in tutte le tradizioni della terra bergamasca, ha una sua articolazione particolarmente complessa, essendo linguaggio secolare votato a comunicare alla popolazione ciò che sta accadendo. Per questo motivo le campane distinguono con i propri suoni tra l’agonia, la morte di una donna, di un uomo, di un bambino, di un abitante morto in paese o fuori paese, di un parroco, di un alto prelato, sino ad arrivare al Sommo Pontefice. Queste diversità, in taluni casi seriamente e spiacevolmente appiattite dal suono elettrico dei computer, quando programmati automaticamente, saranno stasera l’occasione per ripensare a tutti quello che ci hanno lasciato in un tempo che scorre velocissimo ma che lascia segni profondi dentro di noi e che deve lasciare segni per poter ricostruire in modo nuovo. Accanto a questo ricordiamo la grande tradizione del Triduo dei Morti, che viene coltivata ancora con il particolare suono funebre in molte località della Bergamasca (argomento trattato in alcuni nostri articoli). Dunque il suono delle campane, che continua a proiettarsi nel tempo e nello spazio anche nei decenni e nell’era della digitalizzazione, in un mondo così perfettamente imperfetto che tra milioni di codici digitali deve ancora lottare per vincere un virus, esattamente come accadeva milioni di anni fa. Un caro pensiero a tutti coloro che ci hanno lasciato e a tutti loro familiari.