Cronache campanarie: serata alla riscoperta della tradizione a Cenate Sopra

Ricca e coinvolgente serata musicale quella di sabato 11 giugno 2022 presso la Parrocchia di Cenate Sopra. Evento centrale, l’inaugurazione della tastiera manuale per il suono delle campane, che torna a vivere con la tradizione più autentica grazie all’opera dei maestri e degli allievi campanari della Federazione Campanari Bergamaschi. L’evento, preparato per mesi, ha condotto al ripristino della tastiera rimossa nella metà degli anni ‘70, che è tornata ora a suonare e a riportare antiche memorie con nuove forze. Alle 20:30 ha avuto inizio il concerto di campane di allegrezza, con i giovani e i maestri della Federazione impegnati in una carrellata di brani che, tra Valle Brembana e Valle Seriana, hanno illustrato una memoria risalente al XVIII secolo, oggi riconosciuta dalla Regione Lombardia come Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine.

Il suono a tastiera visto su maxischermo in chiesa

Le riprese effettuate dal vivo con le telecamere in cella campanaria sono state proiettate su maxi schermo all’interno della Chiesa Parrocchiale per coinvolgere i partecipanti. Al termine del suono d’allegrezza, i campanari si sono trasferiti poi all’interno della chiesa per raccontare sulle campanine in vetro, in metallo e ottone una tradizione antica ricca di brani a festa, che si sono snodati nel corso di un’ora arricchiti da interventi divulgativi e approfondimenti sull’importanza della riscoperta del rilancio di un suono che tra gli anni ‘70 e il  2000 rischiava di cadere nell’oblìo sotto l’opera dell’elettrificazione incipiente. Nel caso di Cenate Sopra, grazie all’opera di volontari dell’associazione, è stato possibile riproporre il suono originale delle campane fuse da Luigi d’Adda nel 1954, con un complesso di 8 bronzi in Re bemolle, ed è stato inoltre possibile riportare sul campanile uno dei suonatori storici della tradizione locale, Fiorindo Lonni, classe 1938, il quale nelle scorse settimane ha riproposto una parte del ricco repertorio che in questi mesi andrà rispolverando, dopo cinquant’anni d’inattività forzata a causa dell’automazione.

I giovani maestri della Federazione si sono spesi in esecuzioni vivaci di polche, marce, monferrine, valzer, un ricchissimo repertorio introdotto e chiuso da brani mariani secondo la migliore tradizione religiosa di questo strumento, costantemente a cavallo tra il profano e il popolare, la danza e la meditazione. La riflessione di fine concerto pronunciata dal parroco don Nunzio è apparsa come l’autentica sintesi di un lavoro di ricerca e di divulgazione di un patrimonio che, come pochi strumenti, sa muoversi tra la popolarità e la religiosità, tra la festa di piazza e la meditazione interiore, tra il divertimento di popolo e la riflessione personale, tra il richiamo alla preghiera e il momento del divertimento comunitario.

Il gruppo prima del concerto

Ecco la riflessione a fine concerto del Parroco Don Nunzio:

Ho sempre sentito dire che Vox tintinnabuli, Vox Dei: la voce della campana è la voce di Dio. Ma quando si sente suonare di allegrezza ti viene da domandarti: ma dov’è la voce di Dio? Perché quando tu senti la campana che chiama alla Messa, a distesa o a concerto, forse la voce di Dio la senti di più. Ascoltando le campane ad allegrezze – a me piace questa parola, allegrezza, è bella antica, ma secondo me è significativa: dopo dico anche perché. Quando sento le campane ad allegrezza dico: La voce di Dio si è nascosta! Ma è impossibile, perché le campane nascono con un atto religioso: quando si fonde una campana è necessario che ci sia un sacerdote che prega, e gli operai che fondono la campana rispondono alle preghiere del sacerdote: è un atto religioso; la campana nasce per far parlare Dio. Questa sera, ascoltando prima il concerto dal campanile e poi adesso il concerto delle campanine, ho trovato la risposta. Questa parola – allegrezza – mi ha fatto venire in mente che, dopo la metà del 1800, un prete ha fatto consistere il suo metodo educativo civile e religioso nella parola allegria: San Giovanni Bosco. Allora ecco dov’è la voce di Dio. Dio non parla soltanto perché ci convoca preghiera o perché ci offre i sacramenti: parla e canta anche quando il popolo di Dio è in festa.

A me fa impressione quando qualcuno si lamenta per il suono delle campane. È proprio per questo motivo, perché non ha capito che cosa c’è nel suono delle campane, perché confonde quel suono con il rumore. Il rumore dà fastidio; la musica, no. I bagordi danno fastidio; l’allegria, no. Dio canta con noi: sono queste le campane d’allegrezza, ed è felice quando siamo felici. Se sentiamo le campane a festa e ci viene voglia di fischiettare, di andargli dietro, noi stiamo parlando con Dio. E se siamo tristi e quattro campane ci rallegrano un pochino la giornata, abbiamo trovato la consolazione di Dio. Allora davvero e dico Grazie per questa serata che ci ha fatto riscoprire che sul campanile ci sono otto campane, molto belle tra l’altro, e bene intonate tra di loro (non è così facile trovarle così intonate!). Ma poi ne abbiamo sul campanile delle Piazze, su quello di Valpredina, su quello di Sant’Ambrogio. Dio ci parla, ci raggiunge attraverso questo suono che è melodia, che è richiamo, che è consolazione, che è carezza, che è la vicinanza del Signore; ma lo fa non parlando ad uno ad uno, come se fossimo tutti in compartimenti stagni: lo fa a tutti assieme perché quello che Dio fa, siamo chiamati a farlo tutti. Se Dio dà consolazione, anche noi dobbiamo darci consolazione. Fare concerto, suonare insieme è questo, vivere la vita cristiana assomiglia tantissimo a un concerto, dove tra l’altro cantano bene anche gli stonati. Allora salutandoci e dandoci la ‘buonasera’, l’augurio è questo: che stasera o magari domani mattina, svegliandoci e ricordandosi, perché abbiamo sentito le campane, che dobbiamo andare in chiesa, di fare una bella cantata una bella fischiata. Ci rallegra il cuore e ci permette di essere più buoni. Buona serata a tutti! 

La conclusione della serata ha visto al consegna al campanaro Fiorindo Lonni di una pergamena in cui la Federazione riconosce l’importanza della grande opera svolta. Ogni suono del passato è un tesoro da tutelare e in questo l’associazione ha sempre inteso spendersi per salvaguardare il mondo della pratica tradizionale. Un premio alla memoria che vuole essere un viatico per nuove riscoperte. Un sincero ringraziamento a tutti gli organizzatori- in particolare a Luca Brignoli per avere promosso il ripristino della tastiera, a Don Nunzio per avere acconsentito all’iniziativa, a Stefano Pasta per aver realizzato la tastiera e a Damiano Mologni per la magistrale regia audio-video tra il campanile e la chiesa parrocchiale – e un arrivederci per i prossimi eventi sul campanile di Cenate Sopra.  

Consegna della pergamena al campanaro Fiorindo Lonni

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