Domenica: le campane in poesia

Una poesia sul tema delle campane dell’infanzia ci viene dedicata da Bruna Gelmi di Leffe, nostra associata e appassionata scrittrice di racconti popolari nonché autrice di diverse raccolte che, in questo frangente, ha pensato di intingere dai ricordi del padre campanaro e dai giorni di festa una penna ispirata, che qui vi riportiamo:

DOMENICA

La notte ancora mi culla di sogni

e già la campana suona l’Ave Maria,

annunciando un nuovo giorno;

ad est il cielo scuro lentamente si illumina di rosa,

la campana ora suona la prima messa.

 

Profumo di domenica, di sole e di festa,

indosso il vestito più bello, di cotone leggero,

con i fiori azzurri e lilla,

infilo calzette bianche e scarpe lucidate,

ho trecce appena fatte, legate da un nastro di vento,

esco nell’aria fresca, cammino verso la chiesa

mentre campane a distesa suonano la Mess’alta.

 

La famiglia è riunita in cucina,

sul tavolo una tovaglia bianca profumata di bucato,

un po’ di vino rosso nei bicchieri,

la polenta d’oro giallo già fuma sul tagliere,

campane d’allegrezza annunciano il mezzogiorno,

ti entrano nel cuore, regalano gioia pura.

 

Pomeriggio di giochi bambini nei prati e nei cortili,

dorme il contadino all’ombra del melo;

poi la campana richiama tutti al Vespro,

la domenica è il giorno del Signore.

 

Scende dolcemente la sera, di seta lieve,

le montagne si vestono d’ombra

mentre sale la luna nuova di maggio;

la campana suona l’Ave Maria,

arriverà la notte e, nuovamente, mi cullerà di sogni.

 

 

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