Allegrezze e distesa a Osio Sotto per le Giornate del Decennale in pianura bergamasca
Appuntamento a Osio Sotto per tornare a suonare dopo quindici anni di silenzio le dieci campane in La bemolle grave della Parrocchiale di San Zenone. L’evento s’inquadra nell’ambito delle celebrazione per il decennale della Federazione Campanari Bergamaschi, che nel corso della sua esperienza ha promosso in diverse occasioni ripristini di tastiere manuali, reinserimento di corde in concerti privati del suono a mano a seguito dell’elettrificazione. Sabato 29 settembre 2012 è stato dedicato, in particolare, al ritorno al suono a tastiera sul concerto delle campane più gravi della Diocesi di Bergamo grazie all’interessamento di Don Ilario Tiraboschi, organista, appassionato campanaro attualmente curato della parrocchia locale.
L’opera dei volontari ha consentito di rimettere in moto il notevole concerto fuso nel 1950 da Carlo Ottolina di Seregno, un ensemble che anche agli orecchi meno esperti rivela dissonanze inquietanti cui sarà necessario porre rimedio a breve per un pieno recupero del suono. A un primo ascolto non vi è dubbio che il maggiore imputato sia la campana piccola, in origine già calante all’indomani della fusione e molata erroneamente più di trent’anni fa all’interno, provocando tra la prima campana piccola stessa e la terza un intervallo di terza minore sconcertante che disorienta l’orecchio di chi suona e ascolta.
L’elettrificazione, occorsa a fine anni ’90, è stata effettuata utilizzando la ruota manuale disponibile, con conseguente eliminazione di tutte le corde tranne che la prima e la seconda delle piccole, cui è stata applicata la doppia ruota con cordina metallica, cui resta attaccata in fondo la corda in canapa sino al piano sottostante la cella campanaria.
Buona la tastiera, piuttosto stretta per un agile gestione dei dieci tasti, e di altezza adeguata all’aumento della statura media odierna (teniamo presente che le tastiere realizzate sino agli anni 1950-60 non superavano i 90 centimetri di altezza al livello dei tasti). Duri i tasti alla pressione, il che comporta necessariamente un riposizionamento verso il centro del punto di attacco della griglia per le palette su cui vanno inseriti i ganci di collegamento al gioco a festa. Il lavoro sulle campane maggiori potrebbe essere facilitato dall’aggiunta di pedali sulle campane maggiori, probabilmente su imitazione dei pedali dell’organo (testimonianza di questo restano i racconti sulla tastiera di Sarnico, che aveva i pedali per le quattro campane maggiori e la vecchia tastiera di Seregno proposta dalla Federazione Campanari Ambrosiani in una recente mostra alla chiesa di San Vittore al Corpo a Milano).
La seconda parte del pomeriggio ha visto la Federazione impegnata nel campanile del Santuario di San Donato, cui è dedicata la festa patronale maggiore del centro della pianura. Suono d’allegrezza seguito dalla distesa, che ha visto all’opera i nostri associati con Don Ilario Tiraboschi, autore nel pomeriggio di diversi brani d’allegrezza sul campanile della parrocchiale e impegnato nel suono a corda dei bronzi in Si bemolle prodotti da Ottolina di Seregno nel 1935, dunque sottratte alla requisizione bellica del 1942.
Un momento conviviale di congedo successivo al suono al Santuario di San Donato ha permesso di fare conoscenza di Giovanni Quarti, classe 1928, uno degli ultimi campanari locali in attività che ha ereditato il repertorio di Carlo Ferrari detto ‘Lino’, già registrato nel 1990 dallo studioso Valter Biella. Dallo stesso abbiamo raccolto importanti notizie sull’evoluzione del suono delle campane in pianura, da approfondirsi in incontri successivi.
Contemporaneamente al pomeriggio, un secondo gruppo di suonatori associati ha animato la festa patronale di Arcene con suono d’allegrezza, distesa e suono alla romana per celebrare la solennità di San Michele Arcangelo.
Clicca qui vedere le campane della parrocchiale dalla cella campanaria e ascoltare il suono d’allegrezza.
Clicca qui per vedere una sequenza del suono a distesa al Santuario di San Donato.