Giornata Europea della Musica: quale ruolo per la musica delle campane?

L’Europa celebra in questa giornata il ruolo sociale e culturale della Musica, con ‘m maiuscola’ per sottolineare l’enorme valenza sociale che ha giocato e che ancora gioca nello sviluppo plurimillenario del nostro continente. Oggi, nella profonda crisi economica e sociale che attraversa il nostro continente, la musica resta un riferimento sicuro che premia la creatività umana e la condivisione delle sue esperienze con gli altri. Ancor più interessante è notare quale ruolo abbiano le diverse musiche o, per meglio dire, ‘le musiche diverse’ in un ambito tanto variegato come quello europeo, che integra nell’alveo delle proprie tradizioni musiche provenienti da culture altre che si integrano progressivamente nel contesto europeo. Dall’altro lato, tuttavia, resta da riscoprire e rivalutare il grande potenziale della musica delle radici, tra cui le nostre campane occupano un ruolo storico ancora sconosciuto a molti. Talvolta autopresentato come folclore, in altre circostanze etichettato come pura fonte di disturbo, le campane hanno marcato i ritmi della vita degli stessi maggiori centri europei che ospitano le manifestazioni di piazza di oggi e domani. Sta a noi cultori del genere ridare consistenze culturale a ciò che è stato perduto e a ciò che la Commissione Europea s’impegna a mettere costantemente in pericolo attraverso una laica e masochistica spoliazione dei tratti della nostra cultura.

La Festa Europea della Musica nasce nel 1982 da una proposta dell’allora Ministro della Cultura Francese Jack Lang, che proponeva di portare in strada per tutti la musica nei suoi vari generi. Dal 1985 il progetto inizia ad essere esportato dalla Francia agli paesi europei; nel 1995 viene ufficialmente sancita a Budapest la Giornata Europea della Musica, dando vita a una Onlus di livello europeo incaricata di coordinare le diverse iniziative, che oggi giungono a una espressione attraverso concerti ed eventi in oltre 60 località italiane.

Guardando a tale fenomeno di abbraccio alla musica dall’alto delle nostre celle campanarie, sorgono alcuni interrogativi: qual è il ruolo attuale delle campane? che musica esprimono? perché i giovani si avvicinano a uno strumento tanto antico? Il dato che maggiormente sorprende intervistando a questo proposito i giovani è che la musica delle campane non è un dato escludente altri generi di musica. Si può essere appassionati di musica hip-hop, heavy-metal, dance o musica di chiesa o corale e amare le campane come strumento di piena dignità e complessità. Dunque una musica che non va solo considerata per il peso dei bronzi, per le decorazioni e altri dati accidentali, ma per la sostanza che esse comunicano. Soffermandoci sull’etimologia del termine ‘strumento’, l’oggetto campana, intenso come strumento, è mezzo per la propagazione di un suono che, articolandosi, diviene musica. Musica che intendiamo far sì che sempre più persone possano fruire perché dicono del nostro essere e dei nostri accadimenti nel corso del tempo.

Proprio per riflettere sul rapporto tra la musica delle campane e la musica di oggi, soprattutto quella giovani, abbiamo intervistato i ragazzi delle scuole campanarie di Leffe, Zogno e Roncobello per conoscere le loro opinioni sul rapporto tra le diverse musiche e sul perché la musica sia tanto importante nella nostra vita. Le prospettive che offrono all’ascolto dei nostri lettori rinviano al comune senso di musica come strumento di libertà, ancor più, come ha detto uno degli intervistati, come mezzo per ‘spiegarsi a se stessi e agli altri’. E tale spiegarsi si apre al contesto europeo, anticipando la giornata dedicata al Giubileo dei campanari che molte associazioni terranno in Italia in memoria di chi – San Paolino da Nola – ideò l’impiego della campana per uso sociale-religioso, imprimendo un dato culturale e cultuale che resta vivo e attivo nella nostra società, sebbene trascinata a inseguire un’incerta modernità.

Clicca qui per ascoltare le interviste a Francesco di Leffe, Dario Ferrari di Zogno, Francesco Begnis di Lenna e Davide di San Pellegrino Terme.

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