Cronache campanarie. Concerto di campanine per la Famiglia Mosconi
Sin dalla sua fondazione, uno degli obiettivi della nostra associazione è stato quello di favorire il dialogo e lo stimolo al ripristino delle tradizioni nelle diocesi limitrofe a quella bergamasca, che hanno sempre intrattenuto rapporti importanti con la terra orobica; a questo si lega il desiderio di rendere omaggio a campanari ormai a riposo che hanno costituito un sicuro riferimento per la tradizione musicale dei piccoli centri di pianura. Domenica 18 novembre 2013, a confermare tale proposito, la Federazione Campanari Bergamaschi si è recata dal campanaro storico di Offanengo, Osvaldo Mosconi, classe 1922, per festeggiare insieme alla sua famiglia i 55 anni di matrimonio. Le tradizionali campanine in vetro e metallo, insieme alle tastiere con campanelli, sono state protagoniste di un intenso incontro in musica, con suonate della Valle Seriana e Valle Gandino eseguite da maestri e allievi della nostra associazione. Osvaldo Mosconi ha manifestato piena soddisfazione per una visita assolutamente familiare, utile a ricostruire il contorno campanario del paese. I sistemi di suono vigenti a Offanengo prima dell’automazione occorsa negli anni ’70 del Novecento sono stati dettagliatamente registrati nel volume ‘Campane e campanér’, realizzato dal Gruppo Antropologico Cremasco. Ad essi si aggiungono i ricordi di Mosconi, ultimo di una dinastia di campanari di famiglia che avevano trasmesso nel corso dei secoli le conoscenze sulle tecniche di suono manuale, riguardo al suono a tastiera, che a Offanengo era unicamente di carattere religioso. Per esercitare il suono d’allegrezza – termine impiegato anche in cremasca – Osvaldo Mosconi utilizzava un ‘salterio’, vale a dire le nostre campanine in vetro con ‘cristalli sostenuti da due corde.’ Lo strumento era stato costruito direttamente dal sacerdote del paese ed era divenuto mezzo indispensabile per l’esercizio del suono a tastiera, che si esplica soprattutto la prima domenica del mese, in occasione dei battesimi. Le testimonianze dal Gruppo Antropologico Cremasco sono risultate per noi di grande stimolo a scoprire quali relazioni esistessero tra territori confinanti. Trent’anni di automazione selvaggia hanno distrutto molto ma la memoria dei portatori – che potremmo davvero chiamare ‘musei viventi’ prendendo il termine a prestito dalla tradizione culturale giapponese – e la loro longevità grazie al miglioramento delle terapie mediche, ha fatto sì che molti elementi della nostra cultura territoriale possano essere salvati e, ove possibile, rilanciati. Questa è stata la conclusione di una viva conversazione che si è sviluppata nel corso del concerto tra i musicisti e i famigliari e amici del campanaro Mosconi: possibilità di poter fare laboratori per i più piccoli nelle scuole locali (sulla base di esperienze da noi già condotte in pianura bresciana e in Valle Brembana) e ipotesi di ripristino del suono manuale sul campanile di Offanengo, che vanta tradizioni storiche e architettoniche di notevole rilevanza.
Grazie all’iniziativa della Dottoressa Marilena Casirani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, studiosa di campane medievali e fosse di fusione antiche, è stato possibile offrire alla Famgilia Mosconi una carrellata della tradizione bergamasca sui risuonatori tradizionali e far comprendere il valore del ritorno alla salvaguardia del gesto e del rito, che sono cardini nella perpetuazione delle conoscenze orali. Allievi e maestri uniti in una continuità esecutiva hanno dimostrato come sia possibile riproporre la tradizione anche ai più giovani, facendo leva sul lavoro di gruppo e sulla ricaduta sociale della loro fatica. Non solo dunque multimedialità fine a se stessa per più piccoli, ma strumenti di conoscenza, diffusione della stessa e condivisione. Da progetti virtuali a campanili reali.
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