La suora che accordava le campane: cronache e ricordi del 1950

Sabato 5 aprile 2014, presso la casa delle Figlie di Maria Incoronata, a due passi dalla Piazza delle Erbe di Mantova, abbiamo conosciuto Suor Pierina, nella vita Palmina Nava, classe 1934, originaria di Pedrengo, piccolo centro a qualche chilometro da Bergamo, da anni residente nella diocesi della bassa padana. La sorpresa dell’incontro, iniziando a chiacchierare di campane, è venuta dal fatto che l’argomento non ha per nulla sorpreso Suor Pierina, la quale ci ha immediatamente raccontato che da ragazza veniva chiamata per ascoltare il tono delle campane nuove e giudicare la loro intonazione. Il racconto ha subito condotto a cucire tra i gangli della mente qualche ipotesi e richiesta di informazioni che aiutassero a ricostruire un quadro storico tanto remoto quanto imprevisto. ‘La fonderia di cui parla era la Ottolina?’ ‘Il sacerdote che la chiamava per ascoltare le campane era Monsignor Pedemonti?’ Mentre a Suor Pierina salivano le lacrime agli occhi dall’emozione, capivamo di essere di fronte a una scoperta che, ancora una volta come spesso avviene in quest’opera pionieristica di ricerca, scrostava la mente dalle esperienze del quotidiano per restituire alla memoria le sue radici di gioventù e le ragioni di un’esperienza biografica unica.

Suor-Pierina-libro

Suor Pierina sfoglia il volume di Chiara Bernazzani sulle campane della Torre Civica di Bergamo

Suor Pierina ricorda di essere nata in una casa sotto il campanile di Pedrengo, figlia di un carrettiere, e di avere presto iniziato a lavorare nelle case dei signori nel secondo Dopoguerra, in particolare a Bergamo, in località Campagnola, dove la Famiglia Ottolina aveva una fonderia di campane, attività che condivideva con altri parenti a Seregno, in Brianza. Suor Pierina era solita camminare un chilometro e mezzo per arrivare alla stazione e prendere il treno che la portava presso la residenza in cui avrebbe accudito nei fine settimana l’anziana madre del Signor Ottolina, mentre i titolari erano fuori casa. Da quelle prime circostanze era iniziata la frequentazione della casa Ottolina, nel cui cortile esisteva una fonderia al cui interno lavoravano sette-otto giovani operai. Per una ragazza che si sentiva già incline ai voti monastici, le baldanzose presenze mettevano alla prova le convinzioni della giovane Palmina; a ciò si univa la determinazione della madre, che teneva al fatto che Palmina conoscesse il mondo prima di confermare la decisione di entrare in monastero.

Suor Lucina di Lenna (Valle Brembana 1932) e Suor Pierina di Pedrengo (1934)

Suor Lucina di Lenna (Valle Brembana 1932) e Suor Pierina di Pedrengo (1934)

Gli occhi di Suor Pierina, seduta in una saletta attigua al refettorio della casa, esplorano le immagini scolpite nelle stagioni tra il 1946 e il 1950, anni d’intensa produzione di campane all’interno della fonderia bergamasca. ‘Per realizzare una campana era necessario un mese. Venivano ordinati molti concerti in quell’epoca. Quando il concerto era terminato, le campane venivano appese per il collaudo. Veniva Monsignor Pedemonti, che era solito produrre una melodia fissa sulle campane per verificare la loro corretta intonazione.’ Pedemonti si era accorto che la giovane dipendente degli Ottolina aveva talento per la musica e aveva deciso di chiamarla con sé in occasione delle sue visite di collaudo per aiutarlo a stabilire la corretta altezza di suono delle campane. ‘Spesso accadeva che ci fossero campane non intonate: per questo motivo Pedemonti disponeva di correggere l’intonazione e tornava a distanza di giorni per verificare che l’errore fosse stato corretto a dovere.’ Suor Pierina non racconta come venissero accordate materialmente le campane, ma appare certo che venissero molate, se necessario, prima della loro uscita dalla fonderia. ‘Le campane venivano caricate e portate via sui camion quando il lavoro era ultimato. Prima di partire le campane erano benedette.’ A esame ultimato, inoltre, Monsignor Pedemonti stendeva una relazione tecnica che veniva consegnata alla Curia e alla Parrocchia committente a garanzia del lavoro svolto.

Campana del 1948 posta sulla Torre Civica di Bergamo

Campana di Angelo Ottolina del 1948 posta sulla Torre Civica di Bergamo in sostituzione della seicentesca campana di Bartolomeo Pisenti donata alla patria durante il periodo bellico tra il 1942 e il 1943.

‘Le campane sono la mia vita’ esclama Suor Pierina, la quale ricorda come il suono dei bronzi abbia sempre accompagnato la sua vita: ‘Da bambina aiutavo il sacrista a tirare le corde per la Messa, sia nel suono a distesa che nel fare scale.’ Il dono dell’orecchio musicale si estendeva dalle campane al canto, partecipando alle molte processioni mariane della zona per intonare gli inni religiosi. Ma il canto di Palmina non si limitava ai canti religiosi: ‘Mi piacevano molto i canti ‘moderni’ – definendo così le canzoni degli anni ’30-’40 – e cantavo sempre mentre facevo i mestieri in casa. Un giorno mia mamma si era arrabbiata perché mentre facevo i letti mi aveva sentito cantare melodie che stavano malissimo in bocca a chi avrebbe dovuto essere suora! Molti canti li imparavo andando a prendere mio padre all’osteria al sabato sera. Mi avevano dato permesso di nascosto per entrare a prendere mio papà.

Un esempio di relazione di collaudo del 1954 a cura di Monsignor Pedemonti

Un esempio di relazione di collaudo del 1954 delle campane di Roncobello a cura di Monsignor Pedemonti

Il Parroco di allora era contrarissimo al fatto che le donne andassero all’osteria: ‘Una volta entrati lì dentro, si trovava il diavolo! diceva…’ Nonostante queste tentazioni, Suor Pierina ha vissuto serenamente la propria vocazione, entrando nel convento della zona di Bergamo dedicata alla Madonna di Loreto, girando successivamente diverse case e approdando in Diocesi di Mantova a Borgoforte prima di stabilirsi nella città virgiliana. ‘Quando sono arrivata a Borgoforte ho iniziato a prestare attenzione al suono delle campane. La gente che non riconosceva più il significato del suono, si rivolgeva a me per sapere se, a seconda del segnale che proveniva dal campanile, fosse morto un uomo o una donna. Quando c’è stato il terremoto – racconta Suor Pierina – le campane sono state bloccate, poi tolte e ripristinate all’uso’.

Le campane della Chiesa Arcipresbiterale Plebana di Nembro, senz'altro udite in fonderia da Suor Pierina durante il suo servizio presso Casa Ottolina nel Secondo Dopoguerra.

Le campane della Chiesa Arcipresbiterale Plebana di Nembro, senz’altro udite in fonderia da Suor Pierina durante il suo servizio presso Casa Ottolina nel Secondo Dopoguerra.

Sebbene molti anni siano trascorsi da quell’esperienza giovanile, di grande importanza per la nostra ricerca sul campo, Suor Pierina, stimolata dai ricordi, intende tornare a Campagnola nei prossimi mesi, durante il suo soggiorno annuale presso la casa di famiglia, per ricercare l’edifico che ospitava la fonderia, presso il quale lavorò per diversi anni prima di prendere i voti. Sebbene sia già sicura di trovare poche tracce di un passato ormai relegato alle pagine della storia remota, Palmina Nava custodisce nella memoria e nel cuore quei suoni che rintoccano ancora sicuri a distanza di decenni dai campanili di Nembro, San Martino Oltre La Goggia, Olmo al Brembo, per citare solo alcune delle campane che certamente fu in grado di udire, contribuendo in modo determinante a definire il loro suono. E nel loro suono risiede ancora oggi – da quel cortile di Campagnola del 1948 al convento di Mantova del 2014 – la traiettoria lucida della memoria e della fede di chi ci ha donato un frammento inestimabile di memoria della nostra storia musicale religiosa e popolare. 

Clicca qui per ascoltare un frammento dell’intervista.

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