Restaurate le campane di Oneta di San Giovanni Bianco
Sono tornate a suonare sul campanile di Oneta i tre bronzi del locale concerto su struttura lignea restaurato nell’inverno 2013-2014. La particolarità delle campane, con inceppatura a slancio e rotazione proto-ambrosiana, risiede nel fatto di essere un esempio di passaggio tra l’antico sistema diffuso in gran parte d’Italia centrale ed Europa e il moderno sistema settecentesco di controllo della campana mediante ‘messa a bicchiere’. L’intervento ha sostanzialmente riguardato i ceppi e le ruote delle campane, che versavano in cattive condizioni, i battagli, il sistema di rotazione e il relativo collegamento per il sistema del suono a festa.
Le diverse epoche di fusione delle campane hanno chiaramente dimostrato come il concerto fosse il risultato di una progressiva sovrapposizione di stili di suono. Il complesso, costituito da una campana rinascimentale, una settecentesca e una recente fusione degli anni ’50 del XX secolo ad opera di Capanni, somma alle citate particolarità il fatto di essere un insieme timbrico insolito, creante una sorta di accordo diminuito. Non sappiamo al momento quale fosse il tono delle campane precedenti – se mai ce ne siano state – ma è tuttavia certo che il salto di nota risponde più a un gusto di sistema ‘a slancio’ che ambrosiano, essendo quest’ultimo fondato su una solida scala maggiore diatonica.
I dati relativi alle tre campane restaurate recitano come segue:
Campana maggiore: Anno di fusione 1544 – Croce – S (?) – Ora Pro Nobis. Nota approssimata: Mi4 -20 (Diapason 440 Hz)
Campana mezzana: Anno di fusione 1770 – FG – PRO NOBIS. Nota: Sol4 -20 (Diapason 440 Hz)
Campana minore: Paolo Capanni 1953. VIRGO CARMELI ORA PRO NOBIS. ABLATUM TEMPORE BELLI AD 1911-1942. Nota: La#4 -15 (Diapason 440 Hz)
Il cromatismo con cui si presenta l’attuale intervento di restauro abbraccia il marrone del telaio in ferro già presente prima dell’intervento di rimozione delle campane, cui fanno da contrasto il verde antico delle ruote e dei ceppi – tipico delle pitture protettive dei manufatti lignei ottocenteschi – e il brunito delle tre campane ripulite e disagiate senza interventi invasivi. A differenza dell’intervento operato sulle campane del Santuario della Coltura di Lenna – ove il legno è stato riportato al colore vivo delle essenze originali – si è optato, in questo caso, per una riproposizione di un gusto tipico del XIX secolo, epoca di autentica esplosione della moda dei concerti di campane del territorio lombardo.
Le campane sono state ricollocate in cella con un semplice paranco manuale, secondo la migliore tradizione antica, riposizionate mediante l’appoggio a travi e progressivamente assicurate al sistema ceppo-ruota per garantirne la rotazione. Con l’alloggiamento dei batacchi riforgiati, l’aggancio delle corde e il ripristino del ‘gioco a festa’ per il suono a tastiera (singolarmente composto da tre palette fissate a una delle ringhiere), il concerto si vede ritornare alla sua funzione originaria, con un pieno recupero di una struttura lignea altrimenti destinata a essere rimossa e sostituita da ceppi e ruote in ferro con conseguente perdita di conoscenze costruttive secolari.
I lavori di restauro, realizzati dal laboratorio Ziliani&Piccinocchi di Calcinato (Brescia) per quanto concerne la parte lignea e dalla Ditta Festoni per la parte meccanica, verranno ufficialmente inaugurati domenica 20 luglio 2014 in occasione della locale Solennità della Madonna del Carmine: illustrazione degli interventi di restauro, suono delle campane a festa e divulgazione del valore storico del suono delle campane nelle valli bergamasche, suono delle campanine e di campanelle quali strumenti divulgativi della tradizione presso e nuove generazioni. In dettaglio nelle prossime settimane il programma completo della giornata.
Clicca qui per accedere ad un breve video illustrativo del suono delle tre campane.