Le attività di ricerca e documentazione costituiscono l’ossatura della riscoperta e rilancio della tradizione del suono delle campane, una pratica fondamentalmente basata sull’esercizio della memoria e di meccanismi e appresi oralmente. Ma l’oralità, se non documentata, svanisce. Per questo motivo nel corso degli ultimi decenni si sono persi moltissimi dati sui suonatori e sulle musiche che venivano eseguite. Per questo motivo l’attività di ricerca che viene svolta dalla fine degli anni 90 dalla nostra associazione costituita ufficialmente nel 2006, funge da base per poter riproporre un repertorio nel male dei giovani altrimenti destinato a sparire per sempre.
Le attività di ricerca consistono fondamentalmente nell’intervista ai suonatori più anziani o ai suonatori che esercitano una pratica orale in un territorio che sta smarrendo la propria mentalità. In secondo luogo viene la trascrizione delle memorie e dei brani in modo tale che possono essere divulgati e trasmessi a chi si avvicina alla tradizione orale. In terzo luogo la divulgazione di quanto è stato raccolto si produce per mezzo di concerti, incontri e iniziative di carattere culturale che servono a dare materia e materialità a quanto raccolto dal registratore o dalla telecamera. A questo proposito il materiale della Federazione Campanari Bergamaschi è stato nel corso del tempo e viene tutt’ora depositato presso l’archivio di geografia e storia sociale della Regione Lombardia per documentare in modo tangibile quanto prodotto della memoria e dall’arte manuale affinché possa essere condiviso tra le nuove generazioni e tra chi si avvicina al suono della memoria.
Il processo di raccolta di notizie è frutto di uno studio attento dei patrimoni che si raccolgono in una prima fase; ad una successiva indagine, si va a mirare ai punti chiave che possono offrire ulteriori spunti per il ritrovamento di notizie importanti e musica da salvare. Ogni musicista che trasmette il patrimonio, porta il mondo e il contesto in cui il patrimonio musicale viene prodotto. Di conseguenza, soprattutto nel caso dei portatori di maggiore rilievo, ogni suonata è accompagnata da una spiegazione sull’origine della stessa, sulle circostanze in cui veniva eseguita e arricchita da una serie di nomi di altri suonatori che sono stati protagonisti della stessa.
In diversi casi la ricerca conduce a recuperare informazioni indirette ma ugualmente preziose: immagini di campanari scomparsi, nastri di registrazioni di suoni di campane e campanine risalenti agli anni 1970-1980, spartiti manoscritti e racconti da parte dei parenti dei campanari. Tra i campanari riscoperti in questi anni – oltre agli storici Giulio Donadoni, Bernardo Pezzoli, Tarcisio Beltrami, Lorenzo Anesa (da noi approfonditamente analizzati) e altri presenti in molti video in rete – ricordiamo Angelo Grataroli di San Giovanni Bianco, Giovanni Calvi di Moio de’ Calvi, Beniamino Begnis di Lenna, Faustino Perico di Villa d’Almè, Gianluigi Gelmini di Almenno San Salvatore, Clemente Stecchetti di Sorisole, Patrizio Rinaldi di Ardesio, Arturo Zenoni di Leffe, Giuseppe Bonandrini di Casnigo, Francesco Breda di Peia.
In diversi casi la ricerca conduce a recuperare informazioni indirette ma ugualmente preziose: immagini di campanari scomparsi, nastri di registrazioni di suoni di campane e campanine risalenti agli anni 1970-1980, spartiti manoscritti e racconti da parte dei parenti dei campanari. Tra i campanari riscoperti in questi anni – oltre agli storici Giulio Donadoni, Bernardo Pezzoli, Tarcisio Beltrami, Lorenzo Anesa (da noi approfonditamente analizzati) e altri presenti in molti video in rete – ricordiamo Angelo Grataroli di San Giovanni Bianco, Giovanni Calvi di Moio de’ Calvi, Beniamino Begnis di Lenna, Faustino Perico di Villa d’Almè, Gianluigi Gelmini di Almenno San Salvatore, Clemente Stecchetti di Sorisole, Patrizio Rinaldi di Ardesio, Arturo Zenoni di Leffe, Giuseppe Bonandrini di Casnigo, Francesco Breda di Peia.
Ecco alcuni link e filmati per comprendere il tipo di lavoro svolto e prodotto dalla nostra associazione.
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